Un voto bipolare, decisamente schizzofrenico, quello riminese, che segna la netta vittoria della Lega nelle elezioni europee e l’altrettanta netta conferma delle amministrazioni di centrosinistra nelle amminstrative (solo due comuni – Bellaria e Mondaino su 16 vanno al centrodestra). Un voto che farà discutere ancora a lungo, sia per le sue conseguenze nazionali (e a pagina 3 offriamo un primo commento del politologo Paolo Pombeni) sia per quelle locali.
Risultati di difficile interpretazione anche per gli esperti, perché per l’ennesima volta, dopo la volatizzazione del 40% di renziana memoria, si è assistito a quella dei 5 Stelle, a dimostrazione di un elettorato sempre più volubile e difficilmente catalogabile. E questo ora lo sa anche Salvini: passerà subito ad incassare il risultato o se si mostrerà più guardingo, dato che il cerino della maggioranza è passato nelle sue mani?
Qualche considerazione, molto riminese, possiamo comunque farla.
La prima è che nessun candidato locale è riuscito a raggiungere il parlamento europeo. Niente secondo mandato per Marco Affronte con i Verdi (ancora insignificanti elettoralmente nonostante l’accresciuto interesse per l’Ambiente), niente seggio grillino con Carla Franchini. Nulla neppure per la leghista Vallì Cipriani, che non ha approfittato degli importanti numeri del Carroccio. Anzi per lei ed il suo gruppo c’è pure da registrare la cocente sconfitta nel Comune di Montefiore, passato al centrosinistra (all’opposizione dal 2004).
È un brutto segno per il territorio che conferma la sua incapacità di esprimere politici di personalità e di “contare” in ogni ambito (a cominciare da quella romagnolo, immaginiamoci quello europeo!).
La seconda riguarda la partita che si apre ora per le prossime elezioni (siamo sempre ai seggi a votare!). A dicembre ci sono le regionali, fra due anni le comunali riminesi. I numeri “europei” del centrodestra a Rimini assommano al 50%, ma gli elettori hanno dato segnali diversi nelle amministrative. La partita è davvero aperta.