Prima notizia: Gara1 della finalissima che vale l’accesso alla serie di pallacanestro è in programma domenica 26 maggio alle 20.30, e non alle 20.45 come comunicato in precedenza. E’ il risultato di una richiesta della società ospite e della Fip.
Seconda notizia: Gara2 (presso l’ex Cierrebi, via Marzabotto 24 a Bologna) si giocherà giovedì 30 maggio, palla a due ore 20. Anche in questo caso c’è stato uno spostamento rispetto al mercoledì 29 comunicato in precedenza.
Terza notizia: l’eventuale “bella”, la gara che non ammetterà repliche, si giocherà domenica 2 giugno alle 18. Al Flaminio, naturalmente.
Le prevendite sono aperte sabato 25 maggio (per gara1) ed eventualmente sabato 1 giugno (per gara3) dalle ore 10 alle ore 13 presso la biglietteria del Palasport.
Ma questo tris di notizie non ci sarebbe senza l’Albergatore Pro Rbr in finale, dove affronterà Bologna Basket 2016. Nell’altra semifinale, infatti, i felsinei hanno avuto ragione nei minuti finali di Imola, che fino ad allora aveva tenuto in mano la partita.
Rimini vs Bologna, dunque.
Le due squadre sulla carta più accreditate confermano le attese e si sfidano in una finale dalle grandi aspettative.
Rimini non si gioca una promozione dal lontano 1997. Allora la serie era un po’ più ghiotta (i biancorossi primi in regular season centrarono l’accesso nella serie maggiore, A1), ma quando c’è in palio una vittoria l’atmosfera è sempre frizzante. Soprattutto se coinvolge una società nata appena la scorsa estate (Rinascita Basket Rimini) che in pochi mesi ha saputo allestire una squadra di vertice, ed è pure riuscita a riaccendere la passione di una città e di un territorio, con numeri importanti sugli spalti (con punte oltre i 2.200 spettatori) e una base societaria ampia, variegata e appassionata.
L’ultimo coach a centrare una promozione in canotta biancorossa è stato Piero Bucchi. Protagonista in panchina di quella meravigliosa cavalcata che nella stagione 1996/97 portò Rimini griffata Koncret a tagliare il traguardo in regular season e poi regolare Montecatini con un secco 3-0 nella finale che lanciò i rivieraschi nell’olimpo del basket italico, quella A1 poi persa nel 2001.
Bucchi, classe 1958, è entrato nello staff del Basket Rimini nel 1992, diventando capoallenatore della prima squadra nel marzo 1996 dopo l’esonero di Hruby. Dal marzo 2018 allena la Virtus Roma. Proprio a Bucchi (nella foto d’antan con Saulle, Romboli, Bernardi e Calbini) chiediamo un giudizio su Rbr, la pallacanestro riminese e questa finale.
Prima di tutto complimenti. Il 20 aprile scorso hai conquistato la Serie A1.
“Tanto inaspettata quanto gradita. L’anno precedente sono arrivato in corsa, ottenendo una salvezza complicata. Questa stagione doveva essere transitoria, invece abbiamo ottenuto il pass diretto per l’A1”.
È la tua quarta promozione. Hai firmato l’ultima di Rimini.
“Sono trascorsi tanti anni ma il ricordo è vivo. Dovevamo salvarci, Scarone era un ragazzino, Righetti in rodaggio, Wylie e Chandler due Usa senza pedrigree, poi Romboli, Benzi e gli altri. Invece si creò una chimica perfetta e – grazie anche al lavoro di Gianmaria Carasso e Rick Cervellini, due grandi personaggi per il basket riminese – ottenemmo una promozione fantastica, con play off perfetti”.
Ora c’è una nuova promozione in palio.
“Auguro a Rimini di tornare dove merita. La crisi ha colpito anche la Riviera ma mi pare si stia facendo un ottimo lavoro. Bernardi è un allenatore navigato e di grande valore, Paolo Carasso mastica pallacanestro da quando è nato, e c’è un gruppo di soci numeroso e appassionato. Per non parlare del pubblico: ho letto di cifre da serie A, segno che Rimini ama ancora la pallacanestro e risponde alle sollecitazioni. La vittoria sarebbe il giusto coronamento di quanto seminato con tanta passione e professionalità in questa stagione: in bocca al lupo. Rimini se lo merita”. (p.g.)