Il Rimini si giocherà la permanenza in serie C contro la Virtus Vecomp Verona. Gli ultimi novanta minuti, infatti, hanno detto che a retrocedere direttamente nei Dilettanti è il Fano, mentre romagnoli e scaligeri se la vedranno ai play out. Pensare che, risultati alla mano, sarebbe bastata una vittoria per festeggiare una salvezza che avrebbe avuto del miracoloso. Invece un secondo tempo molto appannato ha regalato questa gioia al Renate che in corso d’opera è stato capace di una rimonta fantastica, visto che a inizio anno i lombardi avevano ben nove punti dal Rimini. Invece domenica dopo domenica, hanno rosicchiato qualcosa agguantando prima la zona spareggi, per poi salvarsi direttamente, dimostrando di avere carattere e determinazione. Elementi che sono mancati ai biancorossi anche se, a fine partita, Mario Petrone ha difeso tutto e tutti dagli attacchi ricevuti in campo e fuori dal campo. E come sempre non le ha mandate a dire. “Si ha un bel coraggio ad attaccare questa squadra per la partita di domenica. Forse chi lo ha fatto non ha mai giocato a calcio, nel secondo tempo la paura di retrocedere si toccava con mano e come si dice dalle mie parti, la paura fa novanta. Per noi come per il Renate. I problemi di questa squadra, della mia squadra, non sono di oggi, ma sono figli di questa stagione. Il momento per fare processi non è questo, portiamo la nave in porto e poi ci potremmo sedere intorno a un tavolino e faremo le nostre valutazioni. Sapete davvero l’unica cosa che mi dispiace? L’infortunio a Variola (nella foto), per lui la stagione è finita. Da quando sono arrivato perdiamo un uomo a partita, così è difficile lavorare”. Adesso, come ha detto Petrone, è il momento di stare tutti uniti per raggiungere insieme questa salvezza. Poi, via ai processi. Dove gli imputati sono tanti.