Se ne parla sempre più spesso in riferimento ai veicoli a basso impatto ambientale. Quali sono? E che impatto hanno sul parco veicoli circolante? Le auto ad alimentazione alternativa in Italia sono l’8,6% del parco circolante. Se la parte del leone la fa il Gpl, ibride ed elettriche debbono ancora farne di strada, rappresetando solo lo 0,6% del totale, ma queste due “alternative” sono in forte crescita.
In questa speciale classifica che vede in gara veicoli elettrici (a emissioni zero allo scarico), ibridi (che abbinano un motore elettrico a quello endotermico) nonché quelli che adoperano gas metano e Gpl, Rimini è molto più virtuosa della media italiana: in provincia il parco circolante di autoveicoli ad alimentazione alternativa è il 16,5%, in pratica il doppio rispetto al Belpaese (8,6%9). Virtuosi o bravi a far di conto, i riminesi, ma meno del resto degli emiliano-romagnoli: in regione la percentuale sale infatti al 17,3%. Rimini precede solamente la poco edificante Piacenza (12,1%) e Modena (15%).
Il dato emerge da un’elaborazione su dati Aci dell’Osservatorio Autopromotec (riferiti al 31 dicembre 2018), la struttura di ricerca di Autopromotec, la più specializzata rassegna internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico, la cui 28ª edizione è in programma a Bologna dal 22 al 26 maggio.
Le alternative
A livello nazionale gli autoveicoli ad alimentazione alternativa in circolazione sono l’8,6% sul totale del parco circolante. Su un totale di 44,2 milioni di autoveicoli circolanti nel nostro Paese, quelli elettrici, ibridi, a metano e a gpl sono 3,8 milioni (che corrispondono, appunto, all’8,6% del parco), mentre quelli alimentati a benzina e a gasolio sono 40,4 milioni, e cioè il 91,4% del parco circolante.
Nel dettaglio, dei 3,8 milioni di autoveicoli ad alimentazione alternativa circolanti il 5,6% è alimentato a gpl (2,5 milioni di veicoli), il 2,4% è alimentato a metano (1 milione di unità), mentre gli autoveicoli ibridi ed elettrici rappresentano solo lo 0,6% del parco circolante (circa 263.000 unità).
A livello regionale, l’Emilia Romagna contende ai vicini di casa delle Marche il titolo di regione più “alternativa”. Il prospetto regionale fornito dall’Osservatorio Autopromotec in base al tasso di penetrazione degli autoveicoli ad alimentazione alternativa sul totale del parco circolante, indica infatti nelle Marche (17,8%) la regione in cui vi è la percentuale maggiore di autoveicoli ad alimentazione alternativa. L’Emilia Romagna la tallona però da vicino (17,3%), mentre Umbria (12,8%) e Veneto (10,6%) sono già più distanti.
Seguono, comunque sopra la media nazionale, la Campania (9,6%), il Piemonte (9,5%), la Toscana (9,3%) e l’Abruzzo (9,2%). Agli ultimi posti di questa graduatoria, invece, si trovano la Sardegna e la Valle d’Aosta (dove rispettivamente solo il 2,4% e il 2% degli autoveicoli circolanti è ad alimentazione alternativa).
Rimini a metà del guado
Su un totale di 3.306.377 autoveicoli circolanti in Emilia Romagna, quelli elettrici, ibridi, a metano e a gpl sono 570.785 (che corrispondono, appunto, al 17,3% del parco), mentre quelli alimentati a benzina e a gasolio sono 2.735.508, e cioè l’82,7% del parco circolante. Più nello specifico, dei 570.785 autoveicoli ad alimentazione alternativa circolanti il 9,4% è alimentato a gpl (310.762 unità), il 6,9% è alimentato a metano (229.191 unità), mentre gli autoveicoli ibridi ed elettrici rappresentano l’1% del parco circolante (30.832 unità).
La situazione è molto simile a quella riminese. Le più amate in provincia sono le vetture a gasolio (103.802), seguite da quelle alimentate a benzina (98.481). Tra le alternative, scattano quelle a gpl (23.961) che precedono il metano (14.502). Molto staccate le ibride (1.569), ancora marginale la quota delle elettriche, appena 68. Reggio Emilia, la più alternativa in regione, ne conta già 869.
Dai dati Osservatorio Autopromotec emerge dunque che gli autoveicoli ad alimentazione alternativa rappresentano ancora una quota minoritaria del parco circolante e in alcune regioni del tutto marginale. Tuttavia, si tratta di un segmento in costante crescita. I dati degli ultimi anni, dimostrano che in Italia il parco circolante di autoveicoli ad alimentazione alternativa è passato dalle 3,4 milioni di unità del 2016 alle 3,8 milioni di unità del 2018, con un aumento percentuale dell’11,7%. Gli autoveicoli elettrici e ibridi, in particolare, sono quelli che hanno fatto registrare la crescita maggiore: +99% dal 2016.
Sarà rivoluzione?
Proprio la crescita delle motorizzazioni ibride ed elettriche nel nostro Paese, sottolinea l’Osservatorio Autopromotec, “rappresenta senza dubbio il preludio di una vera e propria rivoluzione. Una rivoluzione che avrà un impatto importante su tutti gli aspetti della motorizzazione ma che determinerà cambiamenti significativi anche sull’autoriparazione”.
Gli esperti ne sono sicuri: le auto elettriche e, in generale, le vetture del futuro, avranno meno componenti usurabili rispetto alle auto tradizionali di oggi, ma allo stesso tempo la domanda di autoriparazione non diminuirà. Questo perché il crescente numero di sensori e centraline degli autoveicoli genererà la necessità di affidarsi alle officine di autoriparazione, le quali dovranno investire in attrezzature e strumentazioni all’avanguardia oltre che su una sempre più specializzata formazione del personale. Le soluzioni tecnologiche più avanzate che stanno maturando non manderanno dunque in soffitta autoriparazione e assistenza auto. Gli autoveicoli inquineranno meno, e faranno probabilmente anche risparmiare i proprietari, ma continueranno ad aver bisogno di riparazioni e controlli.