Siamo abituati a pensare, complice un’informazione distratta e politici alla perenne ricerca di capri espiatori per mascherare il fallimento o l’impraticabilità delle loro ricette, istruttivo il caso Brexit, all’Europa come qualcosa lontana, ma non è così. Perché l’Europa, ad di là delle critiche legittime, ha fatto molto per migliorare la vita quotidiana dei 513 milioni di suoi concittadini.
Al supermercato
Abbiamo fatto colazione con prodotti che riportano il marchio CE, garanzia di controlli e di qualità. Nei supermercati, ma anche nel negozio di vicinato ben organizzato, possiamo contare su una grande varietà di prodotti, che hanno caratteristiche e prezzi differenti. E’ uno dei benefici nella nostra vita quotidiana derivanti dal mercato unico europeo: i prodotti possono circolare liberamente, senza dazi doganali alle frontiere.
L’Europa può contare su standard molto elevati per gli alimenti. Un regolamento UE disciplina, infatti, l’etichettatura dei prodotti che devono riportare una tabella nutrizionale identica in tutti i Paesi UE. Quando più tardi consumeremo il pranzo e la cena, avremo la possibilità di utilizzare carni bovine e carni fresche di suini, ovini, caprini e pollame, sulla cui confezione deve essere indicata l’origine.
Se nel mercato unico europeo entrano prodotti alimentari pericolosi per la salute, ad esempio carne affetta dalla salmonella o pesce contaminato dal mercurio, entra in azione il sistema di allarme rapido dell’UE.
L’allarme è lanciato da uno Stato membro che avverte gli altri Paesi, in modo tale che il rischio sia segnalato in tutta l’Unione.
L’ambiente in cui viviamo
Le nostre città, anche quelle di medie e piccole dimensioni, spesso sono invase dalle auto e dai motorini. Poiché questi mezzi utilizzano combustibili fossili (benzina, gasolio, ecc…), sprigionano nell’aria sostanze, in particolare le PM 2.5 e 10 (pulviscolo molto sottile), molto dannose per la salute.
L’Unione Europea sta cercando di proteggerci anche da questi pericoli. È grazie alla UE se nel tempo abbiamo adottato combustibili sempre meno inquinanti, ed eliminato quelli che contenevano sostanze fortemente nocive, come lo zolfo e il piombo (ricordate le prime benzine “senza piombo”, oggi ormai la norma?). Con la direttiva sulla qualità dell’aria, ci obbliga a monitorare e misurare costantemente gli inquinanti atmosferici e fissa dei tetti massimi da non sforare ogni anno nella concentrazione delle sostanze inquinanti nell’aria (polveri sottili, ossidi di azoto ecc…). Chi sfora questi tetti è sottoposto a multe, anche pesanti.
Non è quindi vero che le uniche sanzioni previste dai Trattati UE sono solo quelle riferite al rispetto dei vincoli di bilancio e che l’UE non è attenta alle persone.
Lo stesso è avvenuto nel settore dei rifiuti: è grazie alle direttive europee sulla raccolta, gestione e smaltimento dei rifiuti che si avviata anche in Italia una competizione positiva tra i Comuni. Nel 2018 la UE ha affrontato anche il problema della plastica, soprattutto la plastica in mare. Produciamo circa 310 milioni di tonnellate di plastica all’anno (di cui 60 nell’Unione Europea). Che una volta usata, resiste nel tempo per decenni. Spesso finendo in mare.
Viaggiare in Europa
Se quest’anno visiteremo uno dei 19 paesi europei che hanno adottato l’euro non avremo il problema di cambiare la valuta. Per la prima volta, in 1500 anni, dal Mediterraneo
al Baltico circola la stessa moneta, usata da circa 338 milioni di noi europei. L’euro ci ha reso più semplice viaggiare perché non occorre cambiare la valuta, con un risparmio di oltre 30 miliardi di euro di commissioni ogni anno. Chi è più avanti con l’età si ricorda cosa significava ad ogni passaggio di frontiera cambiare la nostra moneta in lire con il franco francese, lo scellino austriaco, il dinaro jugoslavo, la peseta spagnola e così via. Significava perdita di tempo, spese in commissioni, difficoltà di comparare i prezzi. Se oltre ad aver adottato l’euro, il paese europeo che avremo prescelto per trascorrere le nostre vacanze appartiene all’area Schengen, godremo anche del privilegio di non avere controlli alle frontiere. Un tempo luoghi di lunghe file e, a volte, perquisizione dei bagagli. Se fossero ripristinate le frontiere all’interno dell’Unione Europea, oltre a dare un colpo mortale all’intero processo di costruzione europea, ci sarebbe anche un aggravio di costi che le aziende di trasporto delle merci hanno stimato del 15%, che inevitabilmente verrebbe poi scaricato su noi consumatori.
Al telefono
A proposito di cellulare, è successo a molti di noi di telefonare a casa o in ufficio da un altro stato europeo, di leggere le e-mail o caricare qualche foto, per poi trovarsi recapitata a casa una bolletta molto alta. L’Unione Europea ha combattuto per anni le pratiche scorrette adottate dalle compagnie telefoniche, e alla fine l’ha spuntata: dal 15 giugno 2017 le tariffe di roaming sono state rimosse entro i confini dell’Unione Europea e in seguito anche in Norvegia, Islanda e Liechtenstein che con la UE formano lo Spazio Economico Europeo (SEE). Pertanto i residenti dei vari Paesi del SEE possono spostarsi dalla propria nazione utilizzando la stessa tariffa come da casa, senza l’aggiunta di costi, potendo così utilizzare i propri SMS, chiamate vocali e dati mobili inclusi nel piano tariffario.
Luciano Natalini