Al di là del giudizio artistico che è soggettivo, di Jovanotti – e di chi lo ha consigliato nel suo percorso – mi ha sempre impressionato la capacità di non sbagliare un colpo. Da energico animatore della festa degli anni ’80 a poeta urbano e poi globale negli anni a venire, mettendo insieme laicità e religione/i, politica e apolitica con grande naturalezza. Capace di passare dal “cancella il debito” a “accendi il credito” (nelle prevendite dei suoi concerti, i correntisti della banca sponsor hanno la priorità) senza perdere un millimetro di popolarità. Nell’annunciare il tour estivo del Jova Beach Party, che toccherà anche Rimini, forse però è stata inizialmente sottovalutata la comunicazione della sostenibilità ambientale del tutto. E allora precisazioni e comunicati stampa per assicurare che l’evento rispetterà al massimo l’ambiente e sarà pure affiancato da importanti associazioni ambientaliste. Fino al recente battibecco a distanza con Messner, poco convinto dell’opportunità di un maxi evento del tour pure sulle Dolomiti. “La montagna ha gli stessi diritti di Rimini”, ha risposto il cantante ribadendo per la centomillesima che il villaggio sarà green al 100%. E imparando che la prossima volta, in un momento in cui (per fortuna) la sensibilità su questi temi si sta rafforzando, sarà la prima cosa di cui parlare.