In visita alla comunità di La Guaira dopo tanti anni. Daniele Missiroli è appena tornato dal Venezuela. L’abbiamo intervistato per avere informazioni di prima mano sulla situazione del Paese e sugli amici della missione, legata da anni a doppio filo a Rimini.
“È stata una gioia per me poter tornare in Venezuela, – ci dice Daniele – nel paese che avevo conosciuto e amato nel 2002, quando avevo svolto un lavoro per un progetto di tesi in economia dello sviluppo. In quell’occasione avevo abitato a Caracas, nei pressi della Conferenza Episcopale, dove prestava il suo servizio il nostro missionario don Aldo Fonti, oggi tornato a Rimini e direttore dell’Ufficio missionario diocesano. Sicuramente avevo avuto modo di assaporare anche il clima del barrio di La Guaira, della realtà più popolare dei settori di Canaima e Montesano, la parrocchia fondata dalla nostra missione, fermandomi lì diversi giorni per fare delle visite alle famiglie più bisognose per un progetto di adozione a distanza.
Oggi invece hai visitato La Guaira, la parrocchia della nostra missione diocesana. Come l’hai trovata?
“Sì, il mese scorso ho trascorso dieci giorni come ospite e come volontario della casa famiglia che accoglie Cristòbal, un ragazzone disabile accoglientissimo e amabile! Innanzitutto devo dire che l’ho trovata «potenziata»: Cristòbal l’avevo conosciuto in un ospedale di Pariata e ora è molto felice di vivere una vera casa! La stessa casa famiglia è un punto di riferimento per tante attività che vengono svolte con i bambini del settore, come pranzi, laboratori e altre attività ricreative ed educative. Inoltre il Centro di Formazione Professionale San Martin de Porres, che quando l’ho visitato io era una struttura in divenire, ed oggi è un centro ben organizzato che offre corsi gratuiti per adulti in diverse discipline (informatica, amministrazione aziendale, assistente d’infanzia, taglio e cucito, cucina, barbiere e parrucchiera, il tutto con un supporto pastorale da parte di un’insegnante ad hoc); inoltre si sono strutturati ancora meglio il prescolar (scuola materna) e il servizio tipo asilo nido del multihogar Mons. Emilio Biancheri, anche se quest’ultimo si è dovuto trasferire in sale provvisorie perché la struttura in cui era situato precedentemente necessita un profondo lavoro di ristrutturazione”.
Questo a proposito delle opere. Se invece parliamo del clima sociale ed economico? Sappiamo che è una stagione difficile per il popolo venezuelano…
“Certamente il mio impatto con La Guaira è stato marcato da una situazione di carenza diffusa: non arrivava l’acqua da mesi (dal 16 settembre!) nelle tubature, per via di falle nel sistema idrico della regione; la strada venive spesso sbarrata per protestare contro la mancanza di acqua e per richiedere che passassero a distribuirla con camion cisterna; inoltre i trasporti si sono fatti molto più rari, per via della carenza di ricambi (pneumatici soprattutto) che paralizzano autobus seminuovi in enormi cimiteri; anche il cibo è spesso difficile da reperire, spesso le corsie dei supermercati sono vuote e per trovare la carne, la farina, la pasta o alcuni prodotti in scatola è necessario girare diversi posti. Un’altra carenza grave sono i medicinali, gli antibiotici, ma anche le medicine più ordinarie si trovano quasi esclusivamente al mercato nero e a dei prezzi ovviamente esorbitanti rispetto al potere di acquisto della popolazione comune.
Ma l’aspetto più grave è quello che sta all’origine di tutte queste carenze, e che ha avuto una stretta proprio nei dieci giorni in cui ero nel paese: il tasso di cambio l’ho visto passare da 850 bolivares per 1 euro a 3350! Una svalutazione del 400% in soli 10 giorni. Questo provoca un innalzamento quotidiano dei prezzi, di qualsiasi cosa, dal cibo, alla carta igienica (4 rotoli arrivano a costare quasi uno stipendio minimo! Quasi quanto un cartone di uova o un chilo di pollo), dai pezzi di ricambio della macchina agli utensili da lavoro. Unico bene che non subisce quest’inflazione folle è la benzina, che essendo statale viene praticamente regalata ai cittadini!
Un altro grande aiuto che viene alle classi popolari sono le casse e le sporte di viveri vendute a prezzi simbolici da un sistema pubblico di distribuzione chiamato CLAP: chiunque sia possessore della tessera apposita (chiunque ne può fare richiesta) riceve quindicinalmente una scorta di farina, riso, olio, zucchero, fagioli, pasta e altro al prezzo di un chilo di farina! Inoltre sulla stessa tessera il governo ogni tanto elargisce un regalo/premio in denaro; ad esempio io ho visto nei giorni dell’epifania diversi venezuelani esultare per l’arrivo di un sms che gli comunicava il regalo di qualche migliaia di bolivares (circa uno stipendio medio!). Diverse persone, anche anziane, mi hanno riferito che non avrebbero mai immaginato nella loro vita di vivere una stagione come questa! Sicuramente questo clima di carenza e di schiacciamento economico sta provando duramente il popolo, ma io devo dire che ho trovato a La Guaira una situazione viva, un popolo riconoscente e gioioso, che mi ha accolto come uno di casa, dove tanti addirittura si ricordavano di me e delle visite che feci nelle famiglie nel 2002! E una situazione in cui la sicurezza, per la strada, nel barrio, non è certamente peggiorata da quando me lo ricordavo!”.
Riguardo alla drammatica situazione di scontro politico, che aria hai respirato nella tua visita?
“Il paese è indubbiamente molto diviso, spaccato, tra chavisti e opposizione; oggi tra sostenitori di Maduro e di Guaido; un paese anche istituzionalmente diviso, con due assemblee (parlamenti) e due presidenti; che è fonte di divisione internazionale, con USA e il loro blocco (tra cui Europa e gran parte dell’America Latina) e i suoi oppositori dall’altra (Russia e Cina, i vecchi alleati Bolivia e Cuba, e alleati) con Messico e Uruguay in una posizione di mediazione. E anche nel barrio si trovano diverse posizioni: lì dove fino a qualche anno fa il sentimento pro-Chavez era molto diffuso, oggi tanti si dicono scettici delle capacità di questa nuova stagione politica e soprattutto stanchi di una situazione di impoverimento continuo!
Anche se molti si accorgono che la continua svalutazione della loro moneta e l’inflazione tragica che ne consegue fanno parte di un progetto di strangolamento che viene da fuori, e da interessi contrari a quelli del popolo. Così «il popolo» di La Guaira, la gente del barrio, è divisa tra l’appoggio a Maduro come fautore dell’interesse del popolo degli ultimi e la sfiducia che li porta a volerne il ribaltamento, anche se venisse da un vecchio potere oligarchico (nazionale e internazionale) che sicuramente non è ricordato con nostalgia!”.