Anche quest’anno la nuova edizione del Campo Lavoro in programma il prossimo 6 e 7 aprile, si presenta alla comunità riminese con uno spettacolo teatrale che andrà in scena sabato 9 febbraio alle ore 21, al Teatro degli Atti di Rimini (ingresso a offerta libera).
Lo spettacolo, dal titolo “E se ci diranno” è curato da Francesco Checco Tonti e Alessandra Quadrelli che, con la partecipazione di altri artisti, condurranno il pubblico in un viaggio ricco di stimoli e riflessioni sulle contraddizioni del nostro tempo, nel tentativo di rispondere alle grandi tematiche del consumo critico, dello spreco, dell’integrazione, dell’incontro fra culture, della paura che genera altra paura…
Il lavoro teatrale, di grande attualità, viene proposto come momento di presentazione del 39° Campo Lavoro missionario che coinvolgerà a breve l’intera provincia riminese, con la tradizionale raccolta porta a porta ma anche con progetti educativi già in corso nel mondo della scuola.
Nella convinzione che la solidarietà, pur necessaria, da sola non basti per risolvere la drammatica (e crescente) forbice delle diseguaglianze, il Campo Lavoro da anni accompagna gli aiuti umanitari con azioni educative rivolte ai giovani e giovanissimi. Per contribuire alla formazione di cittadini responsabili, capaci di vite più sobrie, più attenti alle risorse della natura, più partecipi alla vita degli altri, in grado di accogliere le differenze come risorse preziose per tutti…
In una delle sue citazioni più celebri dom Hélder Camara, il vescovo brasiliano morto nel 1999 e di cui è attualmente in corso la causa di beatificazione, diceva: “Quando do da mangiare a un povero mi chiamano santo ma quando chiedo perché i poveri non hanno cibo, allora mi chiamano comunista”. Una provocazione per dire che la povertà non si combatte a colpi di assistenzialismo ma che occorre invece andare alla radice del problema, coniugando l’azione solidale con un impegno concreto di trasformazione sociale. A dispetto di tutti coloro che, ieri come oggi, vorrebbero lasciare le cose così come sono, pensando di cavarsela con un po’ di elemosina.
Attraverso monologhi, letture, contributi audio e video lo spettacolo intende stimolare, in modo anche divertente, questa riflessione. Nell’auspicio che alla fine si possa tornare a casa con qualche certezza in meno e qualche domanda in più…
Alberto Coloccioni