Marwen è un’immaginaria città del Belgio creata dal fantasioso fotografo Mark e popolata da…bambole. La ragione dell’originale allestimento sta nel trascorso doloroso del protagonista di questa storia, ispirata da fatti realmente accaduti: Mark è vittima di un brutale pestaggio da parte di un gruppo di neonazisti che gli ha impedito la possibilità di continuare a disegnare (prima del grave fatto era un apprezzato realizzatore di storie a fumetti) cancellando anche la sua memoria.
Così Mark si è dato alla fotografia ed ha creato Marwen, il luogo dove vive il suo alter ego “marionetta”, il pilota Mark, sostenuto da un gruppo di splendide bambole, sempre in guerra con nazisti apparentemente indistruttibili. Le installazioni di Mark, ambientate durante la II Guerra Mondiale, sono alla base dei suoi scatti, e quel mondo “pupazzoso” è in realtà la rappresentazione delle sue paure: incapace di reagire nel mondo reale, Mark cerca di sconfiggerle nell’immaginario. Ben presto si accorge però che ogni suo sforzo è vano fino a quando non affronterà i suoi assalitori in tribunale.
Storia curiosa trattata in modo originale dal regista di Forrest Gump che non si tira mai indietro quando c’è da mescolare realismo con mirabilie tecnologiche: il lavoro degli attori (il protagonista Steve Carell, ma anche la vicina di casa Leslie Mann) si alterna alle fantasmagoriche possibilità tecniche e il mix tra burattini, motion-capture e animazione sorprende sin dalla prima sequenza, mettendo in scena ora un mondo realistico fragile e inquieto, ora un regno fantastico segnato comunque da pericolo e violenza.
Anche se l’empatia nel complesso non mantiene sempre la stessa intensità, è interessante la vicenda di quest’uomo smarrito e sconfitto impegnato a ritrovare il senso dell’esistenza in un “piccolo mondo”.