Sulla scia di Rimini, anche Riccione attiva un ambulatorio infermieristico per persone in grande povertà, senza fissa dimora e magari prive di permesso di soggiorno. Porte aperte anche a chi è solo, indigente e bisognoso di cure. Ad attivare il servizio è la Caritas parrocchiale di San Martino che ha già allestito il locale in viale Minghetti 9, dietro alla chiesa di viale Diaz. A tagliare il nastro, impartendo la sua benedizione, sabato 15, alle 16.30, sarà il vescovo monsignor Francesco Lambiasi, assieme al parroco don Antonio Moro. In forze una decina di medici, farmacisti e volontari, ma il pool è destinato ad allargarsi con altro personale. Tutti, comunque, offriranno gratuitamente le loro prestazioni.
L’ambulatorio, aperto tutti i giovedì, dalle 9 alle 12, come fa sapere il parroco “oltre all’accoglienza e all’ascolto, sarà a disposizione dei bisognosi per la rilevazione dei parametri vitali (pressione arteriosa, frequenza cardiaca, saturazione O2, stick glicemico), medicazioni cutanee, terapia intramuscolare, consigli per percorsi sanitari e distribuzione di medicinali attraverso il Banco Farmaceutico”. In particolare questo servizio “sarà luogo di accoglienza e ascolto, ma vuole dare soprattutto risposte a chi è privo di assistenza sanitaria o comunque anche a chi ha l’assistenza sanitaria, ma versa in condizioni di disagio e difficoltà. Intende inoltre garantire a ciascun individuo il diritto alla salute”.
Nei primi mesi di apertura le persone potranno rivolgersi all’ambulatorio direttamente o su segnalazione della Caritas ‘Madonna del Mare’ e delle varie Caritas parrocchiali. C’è comunque una stretta collaborazione anche con l’ambulatorio ‘Nessuno escluso’ della Caritas Diocesana e l’intento di portare avanti l’iniziativa con le assistenti sociali, l’Ausl e l’ospedale di Riccione dal quale provengono due note volontarie: l’ex primario del Pronto soccorso Marina Gambetti e Teresa Ferri, già responsabile delle farmacie ospedaliere dell’Ausl Romagna.