Il matrimonio non va in soffitta. Anzi, il fatidico “sì, per sempre” negli ultimi tre anni in Italia è stato “recitato” con più vigore. E se Rimini balbetta ancora un po’, c’è però da segnalare una tendenza che accomuna la Riviera e il resto del BelPaese: davanti al sindaco o di fronte al prete e alla comunità, gli sposi ci arrivano con una età sempre più matura: dai 31 anni di media della coppia in procinto dei fiori d’arancio a Rimini nel 200, si è passati ai 39,5 anni del 2016.
L’età più alta è sinonimo di maturazione e scelta più consapevole?
“In realtà ci sono più concause dietro a questa scelta. – è l’analisi di Gianluca Pesaresi, direttore insieme alla moglie Simona dell’Ufficio Diocesano di Rimini per la pastorale per la Famiglia – Gli studi, le condizioni economiche, le difficoltà a trovare lavoro e in molti casi un periodo di convivenza, sono tutti elementi che contribuiscono ad allungare sempre più la scelta del matrimonio”.
Numeri, percentuali e confronti su matrimonio, separazioni, divorzi sono stati al centro di un affollato incontro organizzato proprio dall’Ufficio Diocesano per la pastorale per la Famiglia a San Giuliano Borgo. Il tentativo non è quello di squadernare aride cifre, piuttosto il punto di partenza per un’analisi reale di come è cambiata e sta cambiando la società, e di quali relazioni può instaurare la Chiesa riminese per mettersi in contatto con fidanzati e sposi.
In Italia
La fotografia scattata dall’Istat “inquadra” in Italia 194.377 matrimoni nel 2015, ovvero 4.600 “sì” in più rispetto alla stagione precedente. Nel 2016 il numero aumenta ulteriormente: 203.258, di cui 107.873 religiosi e 95.385 civili. I civili aumentano al nord e al sud, i religiosi solo al sud. Come la luna, anche questo scatto del matrimonio ha una faccia in ombra: nonostante i sorrisi delle ultime stagioni, i numeri parlano di -10.000 matrimoni ogni anno dal 2008.
E a Rimini?
L’andamento è lento, anzi da gamberi. Il “sì” è merce preziosa ma sempre più… rarefatta. Un esempio? 1992, comune di Rimini: 705 unioni, di cui 171 civili e 534 matrimoni religiosi. La retromarcia è costante. Nel 2002 i matrimoni diventano 663 (201 civili e 462 in chiesa). Un cambio epocale si avvera nel 2011: per la prima volta quelli con rito civile superano quello coin rito religioso, anche se di poche unità: 216 contro 213. E il numero di matrimoni crolla a quota 429. L’anno seguente (2012 per la prima volta nel comune di Rimini le unioni scivolano sotto quota 400, 397 per la precisione (224 civili e 173 religiosi). Da lì in avanti i fiori rosa invertono la rotta e riprendono a sventolare: 418 nel 2013 e 2014, 142 nel 2015 e addirittura 446 nel 2016: era dal 2007 che non si registrava un numero così alto di unioni. Il gap tra matrimoni civili e religiosi è però consolidato: 279 i “sì” pronunciati in comune, 167 quelli davanti all’altare. Fine di un’epoca? Lo scorso anno, intanto, le unioni sono nuovamente crollate: appena 362, di cui 232 civili e 130 religiosi.
L’evoluzione dell’età
Detto dell’età media degli sposi, sempre più matura (29 lei e 33 lui nel 2000, oggi 42 lui e 37 lei), il dato drammatico è quello relativo alle separazioni e ai divorzi.
La coppia scoppia. E le schegge cadono ovunque. la durata media del matrimonio al momento della separazione è di 17 anni. L’età media degli sposi alla separazione è 48 anni lui e 45 lei. Nel mezzo del cammin di nostra vita, le strade della coppia insomma si dividono.
Il numero è… una deflagrazione. 339,8 separazioni ogni 1.000 matrimoni (2015, fonte Istat), e 297,3 divorzi. L’impatto del divorzio breve, salutato con favore dal legislatore, è paragonabile a quello di un enorme ordigno: infatti i divorzi si sono impennati tra il 2014 e il 2015 passando da 180,1 a 297,3 ogni 1.000 unioni.
I matrimoni religiosi sono più stabili di quelli celebrati con rito civile. Tradizione? Pesaresi la pensa diversamente: “La grazia contenuta nel sacramento del matrimonio produce, ieri come oggi, sempre i suoi effetti”.