La Provincia torna al voto. Accadrà mercoledì 31 ottobre. Ed essendo un ente di secondo livello non chiamerà alle urne i cittadini, bensì i sindaci e i Consiglieri dei 25 Comuni che la formano, 353 unità in totale. Il voto, naturalmente, ha un peso specifico diverso in base alla grandezza del Comune di provenienza. Tradotto in termini più semplici: Rimini avrà un peso più importante di Saludecio. Il mandato dura quattro anni. Il Centrosinistra presenterà Riziero Santi mentre il Centrodestra candiderà Mimma Spinelli. Quello che è certo è che il presidente uscente, Andrea Gnassi, ha detto stop. Anzi, a distanza di quattro anni, il numero uno di Palazzo Garampi, fa un bilancio della sua esperienza.
“Nel 2014 fu chiesto al Comune di Rimini, e al suo sindaco, di prendersi carico della Provincia e presidiare un territorio alle prese con partite complicate, come ad esempio la nascita dell’Ausl Romagna, e con un Ente svuotato di risorse ma non di funzioni. In questi anni abbiamo tenuto su la baracca, ma adesso è finito un ciclo”.
Dando l’annuncio, Gnassi (ricordando di essere stato contrario alla loro eliminazione senza una riforma organica in ottica federalista) ripercorre gli anni difficili della Provincia di Rimini (così come delle altre in Italia): dalla legge Del Rio che nel 2014 ne sancì la cancellazione al Referendum del 2016 che le ha mandate in rianimazione. Scuole e strade rimaste da gestire ma praticamente senza finanziamenti dallo Stato, anzi con il Governo a trattenere anche le poche entrate dirette rimaste come l’addizionale sulla RcAuto.
“Abbiamo evitato il tracollo”, dice oramai l’ex numero uno, ricordando il taglio di 500mila euro alle spese di funzionamento dell’Ente e quello di 800mila euro agli affitti. Senza dimenticare la gestione della vicenda del personale, passato da 257 a 80 persone. “Ci siamo concentrati sulle priorità, in primis le scuole, con 17 milioni investiti per il nuovo Valgimigli, il Savioli di Riccione, il Molari di Santarcangelo, il Malatesta, il Valturio e il Marco Polo di Rimini e il Tonino Guerra di Novafeltria. L’altra priorità sono state le strade. Il mio ultimo atto da Presidente della Provincia è stata la firma sulla convenzione per gli interventi da realizzare sulla Statale 16. Dopo tanti anni si parte. L’obiettivo è aprire i cantieri nella seconda metà del 2019”.
Intanto il conto alla rovescia per conoscere il nuovo Presidente è partito.