Neppure l’appello del Vescovo a sostenere l’Università, ha convinto il Comune di Riccione a non vendere le azioni di UniRimini. Con una delibera, pubblicata il 18 settembre sul sito istituzionale, la Giunta Tosi ha dato il via libera alla dismissione delle sue azioni, mettendo “in vendita l’intera quota di partecipazione, consistente in 22mila azioni del valore nominale unitario di 0.51 euro, corrispondenti a un valore nominale complessivo della partecipazione di 11.220 euro”.
Come riporta il documento, che attende il passaggio in Consiglio comunale: “Le azioni in vendita costituiscono un unico lotto funzionale non frazionabile”. Il prezzo a base d’asta è di 19.680,63 euro, corrispondente all’1.40% del patrimonio netto della società (pari a 1.405.759 euro), così come risulta dal bilancio 2017 approvato dall’assemblea lo scorso 27 aprile”. Le offerte dovranno pervenire in Municipio entro le 13 del 5 ottobre.
In una nota l’Amministrazione ha motivato questa operazione, che fa parte di un più ampio piano di dismissioni azionarie (Start, Itinera, Apea Raibano e Agenzia per l’innovazione) con il fatto che queste società partecipate “non sono più ritenute strategiche e di interesse generale per il Comune di Riccione”.
Ma di fatto “UniRimini” è nata nel 1992 con l’ambizioso e strategico obiettivo di sostenere i corsi di laurea dell’Università di Bologna, Campus di Rimini, e il suo scopo principale è quello di mettere a disposizione risorse umane ed economiche a favore della didattica, quindi della formazione e della ricerca scientifica per un’attività di promozione.
Piano che come è stato rimarcato anche dai sacerdoti riccionesi l’anno scorso durante l’incontro con le istituzioni comunali, durante la Festa di San Martino, va a beneficio di tutta la provincia. Gli effetti sull’economia, sullo sviluppo della produttività, innovazione e internazionalizzazione sono infatti importanti. Dall’ultima indagine commissionata da UniRimini è stato stimato un impatto economico tra i 14 e 17 milioni di euro annui. Per l’occasione le parole del vescovo Lambiasi erano state inequivocabili: “Sosteniamo l’Università. Occorre che tutti i soggetti istituzionali non lascino da sola Rimini, ma che ci sia un forte impegno per farla crescere”.
In contemporanea a UniRimini il Comune fa cassa anche con le azioni di Start Romagna.
Nives Concolino