Cito a memoria. “Ma se la vostra fede vi rende così felici, fatevi conoscere come felici. Per la vostra fede, le vostre facce sono più dannose delle nostre ragioni! Se la lieta novella della vostra Bibbia vi stesse scritta sulle vostre facce, non avreste bisogno di…” La critica feroce ai cristiani sempre musoni è di Friedrich Nietzsche, non certo un baciapile. Insomma, se Cristo è davvero risorto dovreste essere sempre lì a ballare e gioire, invece… Più delle critiche violente del filosofo ateo, è di contro-testimonianza l’atteggiamento dei cristiani. Cosciente di ciò, nel tempo in cui invita a lasciare i muri delle chiese per andare nelle periferie, Papa Francesco ha dedicato al tema della gioia gran parte del suo annuncio. Gioia che non è da intendere certamente come “paresi facciale”, ma come dono, “frutto dello Spirito”, “respiro del cuore”, nell’attesa di un incontro, “se noi non guardiamo a quello che ci aspetta, l’incontro con Gesù, se noi non abbiamo memoria, non abbiamo speranza, non possiamo avere gioia”.
E la gioia piena – avverte il Papa – è nel vivere quel che Gesù ha detto e fatto. Anche per questo, il dono dell’Esortazione apostolica Rallegratevi ed esultate, sulla chiamata universale alla santità.
“È stata una scossa ad alta tensione che mi ha risvegliato da un certo sopore e mi ha richiamato allo scopo ultimo della mia vita: il Signore mi vuole santo e non si aspetta che io mi accontenti di un’esistenza mediocre, annacquata, inconsistente”, scrive il vescovo di Rimini Francesco Lambiasi nell’introduzione alla Lettera Pastorale per l’anno 2018-19. Il testo nasce con lo scopo di proporre, in 7 capitoli (che potranno diventare incontri di gruppo o meditazioni personali), i contenuti dell’Esortazione papale: la gioia della chiamata (non c’è santità senza fede); la gioia della conversione (non c’è santità senza un cambiamento di vita); la gioia della rinascita (non c’è santità senza perfetta letizia); la gioia della contemplazione (non c’è santità senza preghiera); la gioia della misericordia (non c’è santità senza compassione); la gioia della croce non c’è santità senza povertà); la gioia della libertà (non c’è santità senza discernimento). “La santità è il volto più bello della Chiesa”, scrive Papa Francesco e il “Francesco da Rimini” ribadisce: “a me pare che questa pennellata valga anche per il volto della nostra Chiesa riminese”. E snocciola il lungo elenco di santi, beati e servi di Dio che segnano il cammino anche di questi ultimi tempi, insieme ai “santi della porta accanto”. La gioiosa immagine di copertina, opera di un autore rumeno, accompagna il titolo della Lettera Pastorale di mons. Lambiasi: “Vi annuncio una grande gioia. Tutti chiamati alla santità”.