È giusto che bimbi sotto i 2 anni utilizzino smartphone e tablet? Se da una parte ci sono i pediatri italiani che, recentemente, si sono espressi elencando tutti i rischi connessi a questo utilizzo; dall’altra ci sono i genitori che sempre più spesso utilizzano sistemi tecnologici per accontentare i bambini o semplicemente per guadagnare qualche ora di tranquillità e riposo. Nel mezzo ci sono i piccoli che si ritrovano tra le mani macchine che stimolano – pure troppo – le loro percezioni e le attività cognitive. Ma davvero i genitori sono consapevoli dei danni prodotti da questi comportamenti? Il dottor Giuseppe Timoncini, pediatra e allergologo presso Ospedali Privati Forlì, Villa Serena recentemente intervistato dal settimanale Fisc ilmomento ha equiparato queste stimolazioni, alla reazione chimica che la droga dà agli adulti. Leggiamo con attenzione quello che il dottor Timoncini ha spiegato.
Dottor Timoncini, di quali bambini stiamo parlando?
“In questa sede prendo in considerazione solo i bimbi dell’età prescolare, quelli che di solito sono interessati al ciucciotto o ciuccio. Non mi riferisco ai bambini grandicelli o adolescenti che navigano in internet, su Facebook, Instagram, Twitter, Whatsapp o Youtube perché si tratta di altri problemi e rischi. Smartphone e tablet vengono dati ai più piccoli non appena sono in grado di tenerli in mano e spesso, se non capaci, sono proprio i genitori a proporglieli e a reggerglieli. Sono strumenti che catturano prepotentemente l’attenzione per i loro suoni, colori e movimenti indipendentemente dal contenuto”
È dimostrato?
“Sì, è dimostrato che questi dispositivi producono nel cervello del bambino la stessa reazione.
Quando si vieta di giocare con questi strumenti, i bambini già abituati ad usarli hanno una reazione di rabbia spropositata per la loro acquisita dipendenza. Gli studi rivelano che gli adulti danno questi strumenti tecnologici quando devono occuparsi di altro per distrarli, a tavola o per andare a letto, nei momenti difficili per gestirli. Al supermercato spesso si notano i piccoli nel carrello della spesa intenti a manovrare lo smartphone, che diventa un sostituto genitoriale. L’uso pacificatore di questi strumenti elettronici è sbagliato perché sottrae l’attenzione del bambino alla realtà che lo circonda, con gravi conseguenze sul suo sviluppo emotivo, diversamente dal solito ciucciotto che intrattiene senza questo problema”.
Quanto sono diffuse queste abitudini?
“Uno studio americano condotto nel 2014 su 350 bambini dai 6 mesi ai 4 anni mostra che quasi tutti (96,6%) utilizzano strumenti tecnologici; molti di loro (92%) iniziano l’uso nel primo anno di vita e l’utilizzo giornaliero all’età di due anni è comune pressoché a tutti. Un recente studio italiano dimostra che il 20% dei bambini usa lo smartphone per la prima volta nel primo anno di vita e l’80% dei bambini tra i 3 e i 5 anni è capace di usare il cellulare del genitore”.
Cosa possiamo consigliare ai genitori?
“Comincerei con quello fondamentale: l’uso di smartphone e tablet prima dei 2 anni è vietato. È bene poi limitarne l’uso, al massimo ad un’ora al giorno, nei bambini di età compresa tra i 2 e i 5 anni. Mai durante i pasti e prima di andare a letto, mai per calmare o distrarre i bambini, mai per pacificare le situazioni. Questi strumenti possono essere usati solo per l’intrattenimento, per accedere a materiale educativo e sempre alla presenza di adulti consapevoli. Sono indicazioni tratte da ‘Position Statement dei pediatri italiani’, pubblicato il 14 giugno sulla rivista “Italian Journal of Pediatrics”.
a cura di
Angela De Rubeis