Agricoltura come settore chiave per la sicurezza alimentare del Paese. Ma non solo. Questo settore è infatti da anni al centro di attività diverse, e in queste il turismo è in prima fila. Moda e ritorno al passato per certi versi, felice connubio fra ambiente e alimentazione, arte e cibo per altri. Il risultato è uno solo: un giro d’affari miliardario.
A testimoniare del ruolo “turistico” dell’agricoltura, e più in generale dell’attrattività di questo settore sotto molti punti di vista, sono alcuni dati emersi in queste settimane. Se si guarda, per esempio, all’ultima serie di ponti primaverili di quest’anno, pare siano stati circa 1,2 milioni gli italiani e gli stranieri che hanno scelto di sedersi a tavola in agriturismo. Mentre secondo un recente sondaggio Coldiretti/Ixè, i giovani nel 57% dei casi oggi preferirebbero gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (18%) o fare l’impiegato in banca (18%). E se ci si spinge più vicino al turismo propriamente detto, si scopre che il 42% degli italiani in vacanza acquista prodotti tipici. Tutto senza dimenticare l’affollarsi di feste e sagre sparse per lo Stivale e che hanno nell’agricoltura la loro origine. Se poi a questa serie di istantanee si aggiunge il fatto che l’agricoltura italiana ha dalla sua 5.056 bandiere del gusto, 294 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, il primato nel biologico con oltre 60mila aziende agricole biologiche, 40mila aziende agricole impegnare nel custodire semi o piante a rischio di estinzione, si ottiene l’immagine di un settore multiforme, dinamico, nuovo eppure radicato nella tradizione.
L’immagine dell’agricoltura è quindi complessa. Ed è per questo che deve essere osservata con grande attenzione e cautela. È facile, infatti, perdere di vista il nucleo fondante del settore: la produzione alimentare per tutti. In altre parole, l’agricoltura non è fatta solo da prodotti tipici e da feste bucoliche, di vini blasonati e di serene scampagnate. Fare agricoltura significa lavorare duramente in un comparto che presenta comunque forti rischi produttivi (basta ricordare che i campi sono tutto sommato fabbriche a cielo aperto), che necessita di grandi investimenti, forti capacità di previsione, notevoli conoscenze tecniche ed economiche. Per proporre continuamente questa attenzione, dalla prossima settimana il Ponte pubblicherà, in collaborazione con il Corriere Cesenate, l’inserto mensile AgriRomagna, 8 pagine dedicate ad agricoltura, alimentazione e ambiente. Un mondo che merita attenzione.