Riccione vuole dire per sempre stop ai divieti di balneazione che scattano alla foce del Marano, quando si verificano bombe d’acqua e piogge eccezionali. Lo fa con una serie di azioni che coinvolgono buona parte dei residenti, analisi e controlli lungo i torrenti, allacciamenti e impianto di depurazione. È andato in questa direzione anche il summit tenutosi nei giorni scorsi con i tecnici di Hera. Ma per l’opposizione, soprattutto per il Pd, bisogna andare oltre: occorre investire non solo sulle fogne “ma anche sul depuratore, da rimodernare, perché ormai ha mezzo secolo di vita”.
In ordine. Dopo l’ultimo divieto di balneazione temporaneo (48 ore), scattato lo scorso 22 giugno, che ha fatto andare in fibrillazione gli operatori di spiaggia del Marano, i tecnici e l’assessore all’Ambiente Lea Ermeti, hanno effettuato un sopralluogo al depuratore e uno alla foce del torrente, arrivando a questa conclusione: le acque che con le analisi di Arpae hanno fatto registrare dati non conformi ai parametri sono arrivate dal bypass “Casella di Spontricciolo”. Per l’occasione il Comune ha assicurato che “responsabile dell’ultimo caso non è stato il depuratore, l’impianto non ha aperto lo sfioratore, anche se le bombe d’acqua hanno raddoppiato il lavoro. Da una media di 18mila metri cubi di acqua al giorno, solo in 24 ore con i 70 litri di pioggia caduti a metro quadro, ha filtrato 32mila metri cubi”. Da qui l’attenzione si è spostata sullo sfioratore “Casella”, una delle principali condotte del depuratore, nella quale vengono convogliate le acque di una buona parte delle abitazioni di Riccione. Molte non si sono ancora adeguate alle ordinanze comunali, per cui nei giorni di grande pioggia i liquami delle fogne bianche si mescolano alle nere, aumentando il volume della portata, scaricata in mare.
Il problema ha tenuto banco durante il summit, come pure gli interventi di risanamento della rete fognaria. Su quest’ultimo punto, ossia sulle acque di fognatura bianca erroneamente immesse nella fognatura nera, il Comune ha ribadito che: “Sulle 2.400 utenze coinvolte dalle ordinanze comunali, il 25%, che corrisponde a 600 utenze, ha riscontrato presunte irregolarità. Dati alla mano questo produce 10mila metri cubi circa di acque meteoriche che, a causa di allacciamenti non correttamente eseguiti, si sommano alle acque nere aumentandone i volumi, in particolare durante le forti precipitazioni. Una quantità d’acqua consistente, se si considera che corrisponde quasi alla metà della capacità depurativa dell’impianto di Spontricciolo.
Intendiamo andare a fondo su ogni aspetto che possa influire su una risorsa per noi fondamentale quale è la balneazione. – sottolinea l’assessore all’Ambiente Lea Ermeti – Dopo il primo step con Hera invieremo una nuova comunicazione ai privati sollecitando gli interventi alle fogne e faremo sopralluoghi serrati sui nostri impianti. Stiamo intanto mettendo in campo numerose azioni: pulizia costante delle vasche di prima pioggia, monitoraggio di tutte le reti, riprofilatura della foce del Marano e analisi dei campioni d’acqua raffrontate in laboratori privati”.
Dall’opposizione il Pd incalza.
“Il depuratore va rimodernato, oltre a fare un maggior sforzo sull’impianto e sulle fogne bisogna istituire una commissione tecnico-politica della quale chiediamo di far parte assieme ai tecnici di Atersir e di Hera. Servirà a prendere in esame il potenziamento della disinfezione finale e a predisporre un programma di ammodernamento del depuratore, uno dei primi d’Italia”.
I Democratici, pur condividendo l’azione intrapresa dal Comune, chiedono di tenere alta l’attenzione anche sulla nuova vasca di laminazione. Doveva misurare 10mila metri cubi, mentre poi è stata ridotta a 5mila. Sul depuratore il consigliere comunale del Pd Christian Andruccioli ha presentato due interrogazioni, ma le risposte sulle gestione del processo depurativo e modalità di disinfezione finale delle acque depurate, sono state ritenute insoddisfacenti.
Nives Concolino