Come noto, qualcuno di recente ha messo in discussione la legittimità della Publiphono ad operare in spiaggia. Senza entrare nel merito giuridico, questione complessa, mi limito a dire che in spiaggia è comunque opportuno resti uno strumento per poter rintracciare i bambini dispersi. A meno di non voler cogliere la palla al balzo e integrare la ricerca dei bimbi con un altro servizio già largamente diffuso sul nostro litorale: quello del bike sharing dalle bici gialle e nere. I gestori del servizio assicurano che non c’è motivo di preoccuparsi se si vedono biciclette abbandonate per giorni e giorni in strada, purché non parcheggiate in situazioni improprie: tutte quante sono localizzate e prima o poi qualcuno provvederà al recupero. Quindi perché non geolocalizzare con un unico software anche i più piccoli al loro arrivo in spiaggia? Il punto di partenza resta sempre il costumino: ma invece di descriverlo all’altoparlante gli si mette un microchip. E nessun problema se il bambino resta un po’ in giro, purché non parcheggiato in situazioni improprie… scusate, scusate. È il caldo. Teniamoci la Publiphono che è meglio.
Il Caffè Scorretto di Maurizio Ceccarini