Piove poco, basso apporto di acque dolci ai bacini costieri, con conseguente ricaduta positiva sullo stato ambientale del mare. E se le piogge si rivelano più consistenti, come è accaduto nella stagione invernale, cosa possiamo attenderci in Adriatico?
Il mare gode di buona salute, e le sue acque sono persino chiare, fresche e trasparenti nel tratto più riminese dell’Adriatico, fino a Cattolica. Parola di Carla Rita Ferrari, Responsabile Struttura Oceanografica Daphne Arpae, in questi giorni di stanza proprio a Rimini, a bordo della sua barca per i rilievi del caso.
Qual è la situazione generale attuale del mare Adriatico?
“L’Adriatico in realtà è un bacino semi chiuso che risente enormemente di ciò che accade all’intorno. Le abbondanti piogge della stagione invernale, hanno causato un apporto considerevole di acque dolci dai fiumi al mare. Ciò comporta due fenomeni: le fioriture microalgali e la colorazione delle acque, riducendo la loro trasparenza. Si assiste, anzi, alla colorazione giallognola o marroncina dell’acqua.
La parte centro-meridionale dell’Adriatico, invece, risulta più trasparente”.
Rimini e la sua provincia, può dunque specchiarsi in mare.
“Il fenomeno algale non è però da rinnegare totalmente, è un sostegno alla pesca. Microalghe e macroalghe crescono in aree al riparo delle correnti e a ridosso dei moli, ad esempio. Se possono creare fastidio e imbarazzo a turisti e operatori del settore, si tratta pur sempre del primo anello della catena alimentare.
Se i fenomeni algali avvengono al di fuori della stagione turistica non rappresentano alcun problema, al contrario sono un apporto al mare e al sostentamento dei suoi abitanti”.
A proposito di pesci: come sta l’Adriatico?
“Anche in queste zone risentiamo abbondantemente dell’abbassamento della pescosità del mare, come per altri tratti. Paghiamo anche l’eccessiva pesca realizzata nei decenni scorsi”.
Se dal punto di vista ambientale lei promuove il mare, com’è la situazione sul versante rifiuti?
“È in atto un monitoraggio continuo per rilevare la presenza di rifiuti flottanti, quelli che galleggiano, di rifiuti depositati sui fondali e di quelli abbandonati sulle spiagge.
Si tratta di tre tipologie differenti, anche se le problematiche di base sono analoghe. Infatti la presenza di rifiuti è legata all’abbandono lungo le sponde dei fiumi, oppure direttamente in acqua e, in generale, sui territori.
I rifiuti che Daphne monitora in spiaggia sono quelli che vi arrivano a seguito di mareggiate, quindi arrivano prevalentemente dal territorio, oppure da imbarcazioni al largo, o dagli allevamenti di molluschi (prevalentemente pezzi di rete).
I rifiuti rinvenuti in mare, rifiuti grossi e ingombranti come elettrodomestici e divani, che si trovano sui fondali, noi non li consideriamo”.
I rifiuti si producono sulla terra ferma.
“Il 90% dei rifiuti è portato dai fiumi. Per evitare, dunque, questo trasporto indebito di materiali che «ammalano» il mare, è necessaria una corretta informazione e soprattutto una maggiore educazione della cittadinanza e dei sistemi di raccolta efficaci. Ad esempio: i cotton fioc <+cors>(terzo tipo di rifiuto che si trova in mare, ndr)<+testo_band> non vanno gettati nel wc perché non passano dal depuratore, per cui alla fine li troviamo sulla spiaggia. Stesso discorso vale per i mozziconi di sigaretta buttati dentro i tombini delle strade oppure gettati in terra”.
Quali altre tipologie di rifiuti si trovano spesso in spiaggia?
“Bottiglie e giochi abbandonati. Tutta questione di educazione”.
Quali sono i principali problemi del nostro mare?
“L’Adriatico è un mare molto variabile nelle sue condizioni ma non riscontriamo problemi particolari. Non esistono fenomeni di inquinamento: le sostanze classiche inquinanti fortunatamente non sono riscontrate sui nostri tratti.
Esiste, invece, la fioritura anomala di alghe. Quelle microalghe di cui parlavamo in precedenza, che possono variare il colore dell’acqua e ridurne la trasparenza. Sono fenomeni legati all’apporto di acqua dolce da parte dei fiumi carichi di nutrienti di azoto e di fosforo che, di per sé, non sono negativi. Questi nutrienti, infatti, sono il primo anello della catena alimentare e fungono da alimento per i pesci. Ma se queste fioriture avvengono nella stagione turistica, il mare potrebbe perdere di appetibilità per i bagnanti. Le stesse considerazioni possono essere applicate alle macroalghe, come per esempio l’insalata di mare.
Dal punto di vista chimico, dunque, non abbiamo mai avuto delle criticità nel nostro mare. Negli anni si è visto un ottimo miglioramento anche dal punto di vista delle fioriture di alghe, sia nella durata sia nelle intensità. Un risultato dovuto al fatto che nell’entroterra si sono attuate un’insieme di misure: migliore depurazione, riduzione dei fertilizzanti in agricoltura, assenza di fosfati dai detersivi”.
Secondo alcuni operatori, negli ultimi anni si riscontra però un fastidioso aumento di meduse.
“Aggiungerei anche pulci di mare: ma il mare è il loro ambiente! Questi animali planctonici hanno la loro stagionalità e annualità in cui la loro presenza è rarefatta o al contrario ingente. Le condizioni che determinano questa variabilità sono diverse e differenti. La riduzione dei pesci o l’innalzamento climatico, ad esempio, ma si tratta di ipotesi. In ogni caso, Daphne monitora la presenza di meduse, segnala se si tratta di specie urticanti o meno. Sul sito di Arpae trovate tutte le informazioni in merito alla loro presenza o meno in Adriatico. Si tratta di una guida preziosa per una tranquilla balneazione”.
La presenza di meduse è collegabile all’aumento delle temperature?
“La temperatura del mare risente dei fenomeni climatici più generali. La particolarità dell’Adriatico è la sua escursione da temperature sensibilmente più basse in gennaio a quelle più elevate nella stagione estiva, fino a toccare i 29 gradi, stante anche il suo fondale basso e la sua conformazione di bacino semichiuso”.
In conclusione: sarà una buona stagione per l’Adriatico?
“Al momento attuale posso dire di sì. Anche le mucillagini sono sotto controllo. Non ci dovrebbero essere particolari problemi. Previsioni a lungo termine però non posso farne. Non sarebbero corrette”.
Paolo Guiducci