Nel 1971, su indicazione di Paolo VI, oltre alla nascita di Caritas Italiana e delle Caritas diocesane, si strutturano anche le realtà caritative in parrocchia, dando vita alle Caritas parrocchiali. La Caritas diocesana ha il compito di coordinare le attività delle Caritas parrocchiali, di formare e informare i volontari, di collaborare nei casi di situazioni troppo difficili e complesse, di incoraggiare e sostenere le azioni educative e di sensibilizzazione alla solidarietà nei confronti di tutta la comunità, di tessere una rete fra le Caritas parrocchiali e la Caritas diocesana, per poter costituire una società capace di accogliere e accompagnare coloro che sono in situazioni di povertà.
Nella diocesi di Rimini sono presenti 54 Caritas parrocchiali di cui 47 sono strutturate con Centri di Ascolto. Una ventina sono Caritas interparrocchiali, la maggior parte si sono costituite negli ultimi 15 anni e sono state uno dei primi esempi concreti di come più parrocchie possano svolgere il proprio servizio in sinergia e in comunione, formando i propri operatori pastorali, condividendo progetti e iniziative per svolgere azioni efficaci di aiuto nei confronti di coloro che vivono situazioni di povertà. Si può dire che le Caritas interparrocchiali sono state le precursori delle zone pastorali.
Sono quasi 600 i volontari impegnati (583) nelle Caritas parrocchiali e interparrocchiali, si coglie qui l’occasione di ringraziare ciascuno per il prezioso servizio svolto con amore e passione.
A Rimini…
Rispetto al 2015 e 2016, tutte le Caritas parrocchiali di Rimini, eccetto La Resurrezione, hanno registrato un calo di persone incontrate. Le Celle, La Resurrezione e San Giuliano hanno una maggiore presenza maschile. In tutte le altre Caritas la maggioranza è rappresentata dalle donne che sono comunque diminuite nelle Caritas di: Cristo Re, Regina Pacis e San Giovanni Battista.
Solo Sant’Agostino e San Girolamo hanno registrato una maggiore presenza di persone mai incontrate prima nel 2017, mentre tutte le altre Caritas hanno incontrato prevalentemente persone che avevano già conosciuto in passato.
Gli italiani prevalgono nelle Caritas di: Corpolò, Spadarolo e Vergiano, Colonella, Celle e La Resurrezione (si tratta di zone dove sono presenti diverse case popolari, nella quali risiedono sia famiglie che anziani). In tutte e cinque sono diminuite le richieste da parte degli stranieri.
Nelle Altre Caritas parrocchiali di Rimini prevalgono gli immigrati, ma questi sono percentualmente calati a: San Giuliano, Regina Pacis e Duca degli Abbruzzi.
Fuori Rimini
In tutte le Caritas fuori dal comune di Rimini sono diminuite le persone, rispetto al 2015 e al 2016, con una differenza importante a Morciano (da 243 nel 2015 a 197 nel 2017) e a Cattolica (da 623 nel 2015 a 513 nel 2017). Le uniche Caritas che hanno registrato un aumento, seppur di poche unità, sono Riccione Interparrocchiale (da 811 nel 2016 a 846 nel 2017) e San Clemente (da 26 nel 2016 a 30 nel 2017).
Anche nelle Caritas fuori Rimini la maggioranza è rappresentata dalle donne, in aumento in ben 10 CdA, rispetto ai due anni precedenti: San Lorenzo e San Martino di Riccione, San Clemente, Montescudo, Villa Verucchio, San Vito, Bellaria, Savignano, Sogliano e Mondaino. Gli uomini prevalgono a Riccione Interparrocchiale e Cattolica (in quanto ci sono servizi per i senza dimora quali mensa e dormitorio che sono prevalentemente usati dagli uomini). In altre realtà quali: Alba Mater di Riccione, Montalbano, San Clemente, Sogliano e Borghi la percentuale maschile è di poco superiore a quella femminile, ma trattandosi di piccole unità si può affermare che la distanza tra i due generi sia irrilevante.
Se si considera che Alba Mater di Riccione e Borghi raccolgono i dati da pochissimo tempo, si constata che tutte le Caritas Fuori Rimini hanno incontrato nel 2017 persone e famiglie che già avevano conosciuto in passato, quindi si parla di situazioni di “povertà intrappolate”, che non stanno riuscendo a riemergere dalle difficoltà.
La maggior parte delle Caritas parrocchiali sia di Rimini che di fuori Rimini hanno segnalato che la diminuzione delle persone e famiglie è stata influenzata dalla richiesta del Modello Isee, alcune persone infatti, dopo questa richiesta, hanno scelto di non presentarsi più.
Inoltre alcune hanno segnalato che alcuni immigrati, nei colloqui, hanno manifestato la prospettiva di abbandonare l’Italia per cercare fortuna altrove o per tornare in patria.