Oreste Delucca fa l’arrabbiato: “Perché avete scritto: «volume»? Quello che abbiamo editato e donato ai lettori de il Ponte non è un volume, bensì un opuscolo”. Lo fa per schernirsi o forse ci crede davvero, ma chi ha già letto l’“opuscolo” Il ponte prima del Ponte ha decisamente apprezzato il valore documentaristico e storico del lavoro del ricercatore riminese. Non sarà un tomo da “sbandierare” in libreria, ma in poco più di 40 pagine racconta anche cose inedite per la massa del pubblico dei lettori.
La prima parte dell’opera infatti è dedicata al Ponte di Augusto-Tiberio ed al suo carattere sacro e simbolico. Un ricco corredo di immagini aiuta a comprenderne i segreti, l’architettura e l’ingegneria.
Ma certamente la parte più interessante è la seconda nella quale l’autore si chiede: e prima del Ponte?
E con lunga disamina scopriamo che “il primissimo ponte per attraversare il Marecchia non era situato là dove oggi troviamo quello marmoreo, ma un poco più a monte, a distanza di circa 500 metri. Assai probabilmente si trattava di un ponte in legno, senz’altro robusto e funzionale, come erano ben capaci di realizzare le maestranze romane, che riuscivano a superare brillantemente anche letti fluviali assai vasti.
Ed allora è possibile che, nell’arco di tempo impiegato per costruire il ponte di Augusto-Tiberio, l’attraversamento del fiume sia stato possibile utilizzando il citato ponte di legno. Sempre ammesso che fosse ancora in essere, giacché (come si diceva) non sappiamo esattamente quando è caduto in disuso il segmento della primitiva strada tangente porta Montanara che dalla Flaminia portava alle Celle; segmento soppiantato ormai dai percorsi che conducevano direttamente alle porte terminali del decumano cittadino.
In alternativa si dovrebbe pensare ad un ponte ligneo, provvisorio, vicino a quello in costruzione, realizzato appositamente per garantire le esigenze di una Rimini importante e di una fondamentale arteria stradale”.
Il risultato è un libretto affascinante e per certi aspetti innovativo, perché pone il lettore di fronte ad alcune ipotesi circa il ponte e quello che non è più visibile, perché non esiste più, o forse non è mai esistito. “Chi ha progettato e chi voluto il ponte che oggi vediamo intendeva chiaramente comunicare una sensazione di potenza, quasi di stabilità perpetua” scrive Delucca.
Corredato da un ampio apparato fotografico, il volume è un prezioso regalo per gli tutti gli abbonati de ilPonte: grazie alla collaborazione di alcuni partner (Sgr, Conad Tiberio, Comune di Rimini/Biennale del Disegno, Galvanina, RiminiBanca), lo stanno ricevendo a casa.