È il primo novizio e il primo beato romagnolo dell’ordine religioso passionista. Ed è un esempio di gioventù riminese santa. In occasione dei festeggiamenti per il 150° della nascita del Beato Pio Campidelli (29 aprile 1868 – 2018), trentatré artisti romagnoli-emiliani sono stati chiamati a realizzare un’opera artistica dedicata al Beato. Il risultato è la mostra Beato Pio Campidelli È nato in primavera, curata da Giuseppe Bacci e allestita all’interno del nuovo spazio espositivo Cripta Santuario Beato Pio Campidelli di Casale San Vito di Santarcangelo di Romagna (Rimini).
Inaugurata domenica 22 aprile, alla presenza del Superiore Regionale dei Passionisti padre Dario Di Giosia e di numerosi artisti espositori, la mostra ospita opere create appositamente per il festeggiamento del Beato Pio e realizzate da artisti quali: Daniela Alfarano, Sonia Andreani, Paola Babini, Oliviero Baiocchi, Alessandra Bonoli, Giorgio Burnelli, Umberto Corsucci, Luigi Criscione, Enrico Davolio, Ido Erani, Stefania Gabellini, Aldo Galgano, Giovanni Gurioli, Massimo Lagrotteria, Antonio Lengua, Leonardo Lucchi, Guy Lydster, Angela Maltoni, Rita Mancini (Ritma), Ilenia Manfroni, Guido Mariani, Walter Materassi, Alberto Mingotti, Augusto Montevecchi, Giovanna Orlandi (Chelidonia), Elis Romagnoli, Maurizio Romani, Davide Sapigna, Enzo Silvi, Stefania Spallanzani, Marialuisa Tadei, Giovanni Urbinati, Clara Zoani.
In mostra sono presenti anche opere ispirate alla Madonna, cui il Santuario di Casale San Vito è intitolato e, nello specifico, della Visitazione, l’incontro tra Maria e Elisabetta, la visita che Maria Vergine fece alla sua parente Elisabetta dopo avere ricevuto l’annuncio della nascita di Gesù.
Tale mostra, realizzata in collaborazione con il Museo Staurós dei Padri Passionisti del Santuario di San Gabriele dell’Addolorata di Isola del Gran Sasso d’Italia (Teramo), ha il compito di rinverdire la devozione alla Madonna attraverso l’arte, con opere a Lei dedicate, appartenenti alla Collezione del Museo Staurós d’arte sacra contemporanea di San Gabriele, dai grandi Maestri storici dell’arte contemporanea quali: Manlio Bacosi, Leandra Angelucci Cominazzini, Primo Conti, Raffaele Costi, Giannetto Fieschi, Pompilio Mandelli, Francesco Messina, Osvaldo Peruzzi, Alberto Sughi, Tito, Valentino Vago.
Ai maestri storici si affiancano presenze, attraverso un ventaglio generazionale, operanti nella contemporaneità, quali: Paolo Annibali, Mauro Capitani, Mario Carotenuto, Gastone Costantini, Michele Di Pinto, Stefano Di Stasio, Marcello Ercole, Stefania Fabrizi, Gigino Falconi, Franco Giletta, Giuliano Giuliani, Dawid Kownacki, Alberto Mingotti, Patrizia Patti, Massimo Pulini, Paolo Radi, Oliviero Rainaldi, Maurizio Romani, Raffaele Sadutto, Jacopo Scassellati, Lucia Stefanetti, Anna Maria Trevisan, Francesco Trovato, Elisa Zadi.
La mostra proseguirà fino al 20 maggio con orari: feriali 9:00-12:30; 16:00-18:30 Sabato e festivi 9:00-12:30; 16:00-18:30. È possibile visitarla anche su appuntamento, per info: 0541.680138, 333.4700174, 339.8895499.
Il catalogo, prodotto dalla Staurós, raccoglie preziose memorie e informazioni ed è di utile consultazione.
Padre Fernando Taccone, superiore del Santuario, nel testo in catalogo traccia, con dovizia di particolari, la vita del Beato e la storia del Santuario fino ai giorni nostri; Giuseppe Bacci, curatore della mostra, scrive nel catalogo: “Ma qual era il vero volto del Beato Pio Campidelli? Interrogativo, questo, da intendersi non solo in merito alle fattezze del Beato Pio, ma anche in senso più ampio relativamente alle questioni concernenti la ri-definizione di una nuova iconografia sacra. Una sfida che gli artisti hanno raccolto camminando sapientemente condotti, sulla strada che porta a Dio per realizzare la nuova primavera dell’arte iconografica sul Beato Pio Campidelli. Aggregare gli artisti, l’uno dopo l’altro, per una mostra come questa vuol dire anche costruire una storia. Con la poetica della loro forma d’arte, trentatré artisti dell’Emilia Romagna hanno viaggiato sulle ali dell’ispirazione per giungere all’epifania e all’identità della materia”.