Che siano a pedali o a motore, poco importa. Rimini e le sue due ruote sono sempre (purtroppo) sul podio per quanto riguarda gli incidenti stradali. Addirittura per le biciclette è la prima provincia in Italia con un sinistro ogni 808 residenti. Non va meglio alle moto: secondi a livello italiano (primi in regione) con un incidente ogni 1.337 residenti. A dirlo è un’analisi fatta da «DAS», compagnia di «Generali Italia» specializzata nella tutela legale legata alla mobilità.
“Negli ultimi anni – spiega Roberto Grasso, amministratore e direttore generale di DAS – sono cambiate le abitudini e le esigenze di mobilità delle persone e di conseguenza anche i rischi connessi. Come si può ben percepire dalla nostra analisi, i sinistri legati a chi si muove sono in costante aumento”.
Incidenti che potrebbero essere limitati con alcune azioni concrete. O almeno è quello che pensa l’associazione «Pedalando e Camminando» di Rimini che si occupa attivamente dello sviluppo della mobilità lenta, nell’ambito della mobilità sostenibile, della difesa ambientale, della difesa del territorio, della tutela del cittadino, con particolare attenzione ai soggetti deboli e all’abbattimento delle barriere architettoniche.
“L’analisi della DAS corrisponde perfettamente alla situazione che viviamo quotidianamente sulle nostre strade. – commenta Sandro Luccardi, presidente dell’associazione – Chi viaggia in sella a una bicicletta sa i pericoli a cui va incontro. Eppure basterebbe poco. Un’azione immediata e di facile fattibilità sarebbe quella di ampliare le cosiddette Zone 30, ossia zone metropolitane dove la velocità non superi i 30 chilometri orari. Studi scientifici hanno dimostrato che, in caso di impatto a questa andatura, i casi di lesività si aggirano sul 10, massimo 15%. Triplicano, invece, se si viaggia sui 50 chilometri orari. Come Federazione Italiana Amici della Bicicletta abbiamo chiesto al Comune di intervenire e mi pare che si stia andando verso questa direzione. Anche perché diminuirebbe l’impatto ambientale. L’altra grande azione riguarda le ciclabili, serve continuità. E alle rotatorie, bisognerebbe disegnare a terra un percorso ad hoc”.
Dello stesso avviso è Nicola Gobbi, tra i fondatori della pagina Facebook «Ciclisti Urbani Rimini» che conta quasi mille followers.
“Il dato di DAS deve far riflettere come deve far riflettere, però, il dato portato dall’assessore Frisoni che parla di un drastico calo di lesività negli ultimi anni. Le piste ciclabili ci sono, ma quelle realizzate prima dall’avvento di Gnassi, diciamo così, sono un colabrodo. Le ultime, invece, sono ben fatte. Abbiamo chiesto all’assessore di migliorare le prime alzandone lo standard di sicurezza. Un altro intervento mirato e veloce è quello di mettere una nuova segnaletica orrizontale e verticale. E poi, naturalmente, collegare le piste tra loro. L’assessore ci ha chiesto di aiutarla a mappare i punti più critici cosicché nei prossimi mesi si possa intervenire e aumentare così la sicurezza. Poi, naturalmente, c’è tutto il discorso legato alla velocità e alle Zone 30 che ci vedono perfettamente d’accordo”.
Poche azioni, mirate, ma che ridurrebbero certamente gli incidenti tra le biciclette e gli altri utenti della strada.
Francesco Barone