L’Enciclica di Papa Francesco Laudato Si’ ricorda che la terra, la nostra casa comune, «è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia». Ora, questa terra, maltrattata e saccheggiata, si lamenta e i suoi gemiti si uniscono a quelli di tutti gli abbandonati del mondo. Papa Francesco invita ad ascoltarli, sollecitando tutti e ciascuno – singoli, famiglie, collettività locali, nazioni e comunità internazionale – a una conversione ecologica, cioè a cambiare rotta, assumendo la bellezza e la responsabilità di un impegno per la cura della casa comune.
La Laudato Si’ di Papa Francesco sulla cura della casa comune è la prima enciclica “verde” del magistero della Chiesa anche se i temi ecologici, specialmente negli ultimi decenni, non sono mancati nell’insegnamento dei Papi e degli episcopati locali.
L’enciclica, dopo avere elencato gli elementi critici di «quello che sta accadendo alla nostra casa», dedica ben tre capitoli per attuare un profondo discernimento alla luce del Vangelo della creazione e dei valori fondamentali nelle relazioni sociali per cogliere «la radice umana della crisi ecologica» nell’ottica di un’ecologia integrale.
Accogliendo questa proposta nasce il progetto “Casa Comune” per potenziare i seguenti obiettivi:
– Mettere a disposizione del territorio un luogo di riferimento e di formazione – informazione sugli stili di vita;
– Mettere in rete e promuovere le esperienze diocesane di educazione alla Carità e alla Pace;
– Costituire uno spazio di incontro e di dialogo tra la comunità riminese e le persone immigrate ospitate dalla Caritas diocesana.
– Accoglienza alle persone in difficoltà. Per rispondere alla attuale emergenza, la proposta è rivolta agli immigrati e in particolare ai rifugiati (richiedenti asilo). In seguito si terrà conto delle emergenze che si presenteranno.
– Educazione alla “Salvaguardia del Creato”. Si pensa a percorsi formativi attraverso i quali educare le giovani generazioni al rispetto del creato, a nuovi stili di vita, ad un uso dei beni materiali in un ottica solidale, al Bene Comune prioritario rispetto all’interesse personale, alla pace e alla intercultura. La proposta è rivolta a bambini e giovani delle scuole, dei gruppi parrocchiali e associativi.
ATTRAVERSO QUESTI DUE SERVIZI SI VUOLE FAVORIRE UNA EDUCAZIONE, SOPRATTUTTO DELLE GIOVANI GENERAZIONI, IN ORDINE A:
– Ecologia integrata: «L’ambiente umano e l’ambiente naturale si degradano insieme, e non potremo affrontare adeguatamente il degrado ambientale, se non prestiamo attenzione alle cause che hanno attinenza con il degrado umano e sociale» (L.S 48).
«Oggi non possiamo fare a meno di riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri» (49).
Il deterioramento della “casa comune” riguarda la terra e la dignità dell’uomo che subiscono gli effetti negativi di un sistema mondiale in cui prevalgono speculazione e ricerca della rendita finanziaria: «il degrado ambientale e il degrado umano ed etico sono intimamente connessi» (56).
Cresce il numero dei “rifugiati ecologici”: «È tragico l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale». E questo avviene nella generale indifferenza, «segno della perdita di quel senso di responsabilità per i nostri simili su cui si fonda ogni società civile» (25).
«Da ciò l’impegno per una giustizia ecologica contro il degrado ambientale e per una giustizia sociale che aumenti le possibilità di lavoro e faccia diminuire il numero dei poveri. La preoccupazione per l’ambiente deve essere unita alla tenerezza e alla compassione per gli esseri umani e all’impegno per l’affermarsi della giustizia nelle relazioni sociali e fra i popoli». ( LS 91)
«Il mondo, creato secondo il modello divino, è una trama di relazioni. La persona umana cresce e si matura entrando in relazione, quando esce da se stessa per vivere in comunione con Dio, con gli altri e con tutte le creature. Tutto è collegato e questo ci invita a maturare una spiritualità della solidarietà globale che sgorga dal mistero della Trinità» (240).
– Educazione alla cittadinanza ecologica non si limita all’informazione, ma vuole far maturare nuove abitudini e coltivare solide virtù, deve proporre itinerari di etica ecologica «che aiutino effettivamente a crescere nella solidarietà, nella responsabilità e nella cura basata sulla compassione» (210). Gli ambiti educativi sono la scuola, la famiglia come luogo della formazione integrale, i mezzi di comunicazione. Anche tutte le comunità cristiane devono saper educare «ad una austerità responsabile, alla contemplazione riconoscente del mondo, alla cura per la fragilità dei poveri e dell’ambiente» (214). E questo anche attraverso piccole azioni quotidiane: «evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico e condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, e così via» (211).
Con questo progetto da realizzare anche attraverso percorsi formativi nelle scuole:
– Si vuole dare occasione ai giovani di riflettere sui valori dell’accoglienza e della solidarietà, cercando di abbattere i pregiudizi che a volte si hanno, stimolando anche il cambiamento rispetto ai propri stili di vita.
-Si vuol far capire ai giovani l’importanza del servizio agli altri (tutti siamo altri!) in particolare ai più poveri ed emarginati. Far in modo che i ragazzi vivano l’esperienza di volontariato con senso di responsabilità e appartenenza.
La Caritas da tempo è presente nelle scuole con diversi itinerari formativi: educazione alla mondialità, Cibo per tutti, Sbankiamo, Centro educativo, Economia domestica, Gruppi in servizio alla Caritas.
Cesare Georgetti
L’intervento del direttore della Caritas diocesana Mario Galasso
La finalità principale della Caritas è l’azione pedagogica. Un compito, oggi, particolarmente difficile. Si tratta di essere, per la nostra comunità, stimolo e motivazione ad una vera e propria rivoluzione culturale: la persona in situazione di povertà, emarginata, che ha meno opportunità. È una responsabilità anche mia personale, non solo delegata alla Caritas!
Questo passaggio è fondamentale perché il povero non sia più solo destinatario di aiuti, ma diventi lui stesso attore di un progetto di riscatto che abbia la finalità di riacquisire la dignità di persona.
Dobbiamo aprire gli occhi e imparare che, il bisogno dei fratelli c’entra con la nostra vita e, proprio per questo, dobbiamo partire da ciò che possediamo, cominciando proprio dallo sguardo con cui li guardiamo.
Per aiutarci a crescere e cambiare riteniamo sia fondamentale agire sulla formazione e, seguendo le indicazioni di Papa Francesco nella Laudato Si’, abbiamo aperto la Casa Laudato Si’. Un luogo di accoglienza, incontro e confronto, per giovani e adulti, dove sperimentare una fraternità possibile. Un centro dove possano interagire tra loro il grido dei poveri con il grido della terra cercando di contrastare l’indifferenza e la cultura dello scarto, offrendo un orizzonte di speranza e opportunità per tutti. Un centro per dare voce alle esperienze sociali, educative e culturali che partono dal basso, dalle pratiche concrete di solidarietà attiva e cooperazione. Un centro per lo sviluppo di una cultura della solidarietà, della pace e della giustizia, per uno sviluppo umano ecosostenibile e solidale rispettoso del diritto, della dignità e della vita dei popoli, delle loro culture. Un centro per una autentica cultura di pace basata sul dialogo interculturale.
Insomma un centro per dare voce a chi non ha voce e opera per una umanità migliore.
Noi ci siamo, tu che stai leggendo, hai voglia di incamminarti al nostro fianco?
La casa nata a Rimini come Protezione della Giovane è sorta nel 1950 per opera di Ester Pasquinelli e ha dato ospitalità e accoglienza a tante giovani lontane dal loro ambiente senza distinzione di razza religione e classe sociale. Ora è stata ristrutturata, con una spesa di 300.000 euro grazie alla grande generosità dei coniugi Pari Carlo e Giovagnoli Anna Maria, del sig. Odo Nicoletti e con una parte del 8xmille.