Deva e Alicia sono nipote e zia, rispettivamente di 20 e 50 anni, entrambe accomunate da un desiderio: incontrare Gesù. Un desiderio diventato realtà a tanti km di distanza dal loro Perù. V. è originaria dell’Albania, quando nel Paese delle Aquile dominato dal comunismo la religione era bandita. Poi ha conosciuto l’Islam ma “non era la strada giusta”. Nel 2005 conosce S. che diventerà suo marito. Per due anni i due hanno solo contatti telefonici e tramite internet, fino a convogliare alle nozze con rito civile. “Accanto a mio marito ho scoperto piccoli gesti quotidiani che ignoravo: – ammette candidamente V. – il segno di croce, la preghiera al cimitero, il dialogo quotidiano con Gesù, il ringraziarlo”. V. non era mai stata in una chiesa cattolica. “Ricordo l’emozione della prima volta: osservavo con gli occhi e ascoltavo il mio cuore pieno di pace, colmo di tranquillità senza capirne il motivo”. È il marito a parlargli di Cristo. Due aborti e una delicata operazione alla tiroide complicano il cammino ma l’arrivo del figlio Amos ridona fiducia. Fino alla richiesta del battesimo: “Un Sacramento che mi unisse in modo indissolubile a Colui che mi ha cambiato la vita”.
Thomas, originario del Burkina Faso, 50 anni, è arrivato al battesimo accompagnato da tutta la famiglia. Moglie e tre figli sono già inseriti da tempo nella Chiesa cattolica, al “grande passo” quest’anno si è presentato – last but not least – pure lui.
V., Thomas, Alicia e Deva sono esempi di come la porta della fede sia sempre aperta. Non c’è età né esperienze ordinarie per intraprendere un percorso di fede e di iniziazione cristiana. Lo dimostrano gli altri quattordici catecumeni ai quali il Vescovo di Rimini ha conferito i sacramenti dell’iniziazione cristiana in occasione della Veglia Pasquale, in una Basilica Cattedrale a Rimini stracolma di fedeli, amici e parenti.
La più giovane è una ragazzina italiana di 8 anni. I più maturi han già scollinato il mezzo secolo. Giovani e adulti di ben otto diverse nazionalità: Albania, Burkina Faso, Cina, Germania, Lettonia, Nigeria, Perù e Ungheria. Ai quindici che han ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana, si aggiunge un battesimo e cinque cresime, per tre italiani e tre peruviani.
Xhildo è di tradizione cattolica albanese ma non è mai stato battezzato a causa degli impedimenti posti dal regime comunista. Giunto in Italia, dopo alcune peripezie, si è stabilito a Rimini. Qui ha conosciuto la Papa Giovanni XXIII con la quale ha fatto un anno di servizio civile in Georgia, accanto a famiglie povere e ad un ragazzino quattordicenne spastico, “il cui sorriso mi arriva al cuore come se fosse Gesù a parlarmi. – racconta – Questa esperienza mi ha portato domande sulla fede e come camminare con Gesù”.
Xhildo ha così abbracciato la scelta decisiva: il cammino spirituale con don Simone e la parrocchia di Sant’Aquilina e verso i sacramenti, percorso sbocciato nella Veglia di Pasqua.
La sfida ora prosegue.“È quella dell’accompagnamento dei catecumeni e degli adulti che riscoprono la fede da parte di comunità vive, rappresentate da catechisti laici. – è il responsabile diocesano del catecumenato per adulti, don Giuseppe Vaccarini, a parlare – Essi si coinvolgono in prima persona nel cammino delle persone loro affidate anche oltre il tempo del catecumenato”.
Il conferimento del battesimo durante la veglia pasquale viene dalla tradizione della Chiesa primitiva, un segno che rende ancora più evidente il passaggio dalla morte alla vita proprio quando si celebra la risurrezione di Cristo, la vittoria del Signore sulla morte.
I neofiti sono tornati in Cattedrale, nel pomeriggio della Domenica in Albis e sempre con il Vescovo, per una messa di ringraziamento.
Paolo Guiducci