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Politiche 2018: ecco le novità

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Domenica prossima, a poco più di due mesi dallo scioglimento delle Camere, si voterà per rinnovare i seggi del Parlamento. E per la prima volta dopo più di dieci anni si useranno una nuova legge elettorale, una nuova scheda e un nuovo metodo di votazione. Questa è una breve guida al nuovo sistema, una spiegazione di cosa accadrà a seconda di come votiamo e le cose da sapere per evitare di fare errori che potrebbero invalidare il voto.

Come è fatta la scheda
Chi si recherà alle urne riceverà una scheda elettorale per la Camera e, se avrà almeno 25 anni, una per il Senato. Il nuovo sistema elettorale, chiamato Rosatellum, ha introdotto un sistema misto, proporzionale e maggioritario, e prevede che il Parlamento venga eletto in due modi diversi, ma collegati: un modo viene chiamato uninominale e un modo viene chiamato proporzionale. «Uninominale» vuol dire che in ogni collegio le coalizioni o i partiti candidano una sola persona, e chi prende più voti tra le persone candidate ottiene un seggio; «proporzionale» vuol dire che più seggi in un collegio vengono invece divisi in modo proporzionale ai voti presi dalle coalizioni o dai partiti. Circa un terzo dei seggi tra Camera e Senato sarà eletto in confronti diretti nei collegi uninominali, e i restanti due terzi saranno eletti con sistema proporzionale. Ogni scheda sarà divisa in un certo numero di aree separate tra loro, corrispondenti a ciascun partito o coalizione. I partiti infatti si possono presentare da soli o riuniti in coalizioni. All’interno di ogni area ci sarà in testa uno spazio rettangolare con un unico nome: è il candidato scelto da ogni coalizione – o partito – nel collegio uninominale in cui risiediamo. Siccome all’uninominale ogni coalizione deve presentare un solo candidato, può capitare che nel vostro collegio non ci sia il candidato del vostro partito preferito, ma quello scelto dalla coalizione a cui appartiene. Esempio: se i partiti Rosso, Verde e Blu sono alleati in una coalizione, nel collegio x sosterranno tutti insieme un candidato del partito per esempio Rosso, nel collegio y uno del partito Blu, eccetera… Sotto lo spazio rettangolare ci saranno una serie di caselle con un simbolo di partito e un certo numero di nomi, dai due ai quattro. Sono le singole liste dei candidati dei partiti che formano la coalizione, che a sua volta sostiene il candidato di cui sopra; i nomi sotto al simbolo sono i nomi dei candidati di quel partito nel collegio proporzionale.

Come si vota
Le modalità per votare sono due: l’elettore può tracciare una croce sul nome del candidato all’uninominale oppure il simbolo di uno dei partiti. Il Rosatellum non prevede il voto disgiunto, quindi qualora l’elettore dovesse votare un candidato all’uninominale e una lista che non l’appoggia il voto verrebbe considerato nullo.
Nel caso in cui l’elettore esprima la sua preferenza nell’uninominale il suo voto al candidato viene esteso automaticamente alla lista e, nel caso di coalizione, sarà distribuito tra le liste che lo sostengono proporzionalmente ai risultati delle liste stesse in quella circoscrizione elettorale. Nel caso in cui l’elettore voti invece per un partito, in coalizione o da solo, il voto verrà automaticamente assegnato al candidato dell’uninominale.

Cosa succede una volta votato
Scegliendo un candidato all’uninominale (o anche solo una delle liste che lo appoggiano) quel candidato riceverà quindi un voto all’interno di quel collegio. Al termine dello scrutinio, il candidato che ha ricevuto anche solo un voto più dei suoi avversari sarà eletto. Se insieme al candidato viene barrata anche la casella di una delle liste proporzionali che lo appoggiano, quella lista allora riceverà un voto (altrimenti vale il calcolo di distribuzione detto sopra). Su base nazionale, grossomodo, ogni lista eleggerà un numero di parlamentari proporzionale ai voti che ha ottenuto, ma come questi eletti saranno divisi nei collegi è materia complessa. I candidati della lista proporzionale saranno eletti nell’ordine in cui compaiono sulla scheda. La legge permette le candidature multiple: si potrà essere candidati in un seggio uninominale e in un massimo di cinque collegi proporzionali. In caso di elezione in più collegi il candidato si ritiene eletto nel collegio uninominale, oppure nel collegio proporzionale dove la sua lista ha ottenuto la percentuale minore di voti.

Soglie di sbarramento
Tutto questo procedimento, però, farà poca differenza se liste e candidati non supereranno la soglia di sbarramento. Per eleggere candidati nel proporzionale, una lista deve infatti ottenere almeno il 3 per cento dei voti su base nazionale, per la Camera; al Senato lo stesso, ma riceve seggi anche se, fallendo l’obiettivo del 3 per cento a livello nazionale, abbia ottenuto in una sola regione almeno il 20 per cento dei voti. La soglia per le coalizioni invece è del 10 per cento dei voti, a patto che almeno una delle liste che la compongono raggiunga il 3 per cento a livello nazionale. Se una lista che fa parte di una coalizione non riceve il 3 per cento a livello nazionale, non elegge nessun parlamentare: se ottiene però più dell’1 per cento, i voti che ha raccolto vengono distribuiti tra i suoi alleati.