Il calcio? Roba da cavernicoli… Per Nick Park, il creatore di Wallace and Gromit e Galline in fuga, il creativo artefice di sorprendenti animazioni in plastilina con l’antica tecnica del “passo uno” (e anche in questo caso applausi alla perizia manuale!), il gioco del pallone risale a secoli fa, nel cruciale momento in cui l’età della pietra deve lasciare il passo alla più evoluta del bronzo. Ovviamente siamo in un film d’animazione spiritoso, in barba alla cronologia e veridicità storica: ne I primitivi si immagina che la tribù di Doug sia scacciata dalla propria valle dagli usurpatori bronzei e l’unica chance per riprendersi la terra d’origine sia sconfiggere l’imbattibile squadra del bronzo in una sfida a calcio: ma Doug e i suoi amici di pallone ne sanno proprio poco.
Trama basilare ma simpatia garantita per tutti, vista la semplicità del tutto, dove forse si avverte a tratti la mancanza di guizzi geniali come avvenuto nelle opere precedenti, Shaun the Sheep compresa. Resta la meraviglia e lo stupore di fronte a quella materia inanimata che nelle mani dello staff della britannica Aardman regala una appassionante sfida calcistica quasi più realistica di quelle che vediamo ogni settimana negli stadi, accendendo il tifo nei confronti degli ingenui uomini preistorici, classico team di perdenti che ha un’occasione da giocare per non perdere tutto.
Applausi dunque alla manualità, sorrisi per la trama, resta il forte disappunto per la versione italiana. Niente da eccepire per Paola Cortellesi per il personaggio di Ginna, ma la voce di Riccardo Scamarcio per Doug lascia perplessi, per non parlare del resto… Inutile dire che nella versione originale i doppiatori sono di prim’ordine, basta citare i nomi di Eddie Redmayne, Timothy Spall e Tom Hiddleston.