Contadino, Alpino poeta e sognatore
di Mario Palo
edizione ilPonte
12 euro, in vendita presso ilPonte, via cairoli, 69
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Gli italiani, si sa, sono un popolo di poeti, oltre che di santi e navigatori. Ma non è da tutti scrivere versi, inviarli ad un Papa e riceverne una risposta scritta. Con in calce un “grazie inaspettato”.
Mario Palo può vantare questa esperienza, e mostra con orgoglio – insieme alla moglie Maria, sono una cosa sola no? – il quadretto che incornicia la missiva che porta la “targa” del Vaticano.
Palo scrive poesie dall’età di 14 anni. Dopo cinque anni chino sulla terra, insieme alla famiglia, a Monteleone, paesino della collina cesenate ma ascritto alla Diocesi di Rimini, si arruola tra le fila degli Alpini. Nel corpo con la penna nel capello, Palo trascorre sette intense stagioni, durante la quali – tra una esercitazione e un servizio – consegue pure il diploma di geometra. Lascia la divisa con il grado di tenente e si trasferisce a Santa Giustina di Rimini. La scrittura, quella sì, non l’ha mai abbandonata. E continua a praticarla, ad ogni ora del giorno e della notte, in ogni stagione, accompagnando i fatti della vita e le vicende di amici, parenti e dei famigliari. Sono oltre 500 le poesie vergate con precisione da Mario e raccolte con estrema puntualità in quaderni, tutti dello stesso formato e numerati. Scrive per i nipoti, per i figli, scrive di amore con delicatezza, con passione del rapporto speciale con la moglie. Ricorda gli anni giovanili, le fatiche del lavoro della terra e le stagioni negli Alpini. Frasi brevi, dirette, scolpite nel foglio. Raccoglie in un pugno di lettere la dedizione a Maria, la fiducia in Dio e la speranza che si traduce in vita. Ieri, oggi e domani.
All’elezione al soglio pontificio di mons. Jorge Bergoglio, Palo trasforma la sua felicità in versi. “Il giorno è / davvero magico, / si è concluso / l’atto liturgico. (…) è la nostra preghiera, / o Signore, / aiuta il Papa e / l’umanità intera”. Sono le 19.06 quando ha già vergato “La bianca fumata”. I padri passionisti di Casale lo incitano: “La spedisca al Papa”. Il 14 marzo la invia. Già l’indirizzo è un problema. “Al Santo Padre Francesco, Città del Vaticano 001000 Città del Vaticano. Ma le Poste Italiane mi spediranno questa lettera? – si domandava il contadino, alpino e poeta – Le mie generalità erano indicate ma…”. L’attesa è durata lo spazio di qualche giorno. Quelli necessari a ricevere la lettera, leggere il contenuto (evidentemente) e preparare una risposta. È ancora marzo quando arriva una lettera da Città del vaticano. “Che gioia! Questo papa si rapporta in maniera diretta con tante persone ma rispondere ad una poesia… perdipiù di uno sconosciuto. – ricorda ancora Palo – E invece mi ha scritto. Terminavo la missiva chiedendo la benedizione per me e per la mia famiglia, ed è arrivata pure quella”.
La firma è dell’assessore della Segreteria di Stato Vaticana mons. Peter B. Wells. “Il Sommo Pontefice Francesco ha apprezzato i fervidi voti augurali a Lui rivolti in occasione della Sua elezione alla Cattedra di Pietro, esorta a pregare per la Sua persona e per il Suo personale ministero ed è lieto di concedere la Benedizione Apostolica”. Con la risposta del Papa, Palo e la moglie Maria han realizzato un quadretto, appeso in sala. Accanto ad esso, fa bella mostra di sé la benedizione impartita alla coppia da Giovanni Paolo II in occasione del matrimonio della coppia riminese.
Contadino, alpino, poeta e sognatore. Ma i sogni, a volte, si avverano. Anche quelli di carta.
Mario Palo
Non capita a tutti di scrivere ed inviare una poesia al papa e riceverne risposta a stretto giro di posta.
Mario Palo può vantare questa esperienza, con in calce alla missiva un “grazie inaspettato”.
Palo scrive poesie dall’età di 14 anni.
Prima agricoltore sulle orme della famiglia, a Monteleone, paesino della collina cesenate ma ascritto alla Diocesi di Rimini, poi Alpino fino a diventare Tenente (e conseguire pure il diploma di geometra). Trasferitosi a Santa Giustina di Rimini, durante le varie fasi della vita non ha mai abbandonato la scrittura. Sono oltre 500 le poesie che ha vergato con precisione e raccolte con estrema puntualità in quaderni. Nei suoi versi c’è l’amore per la vita, per la moglie Maria, per i figli e i nipoti. C’è lo stupore per il creatore e la gratitudine per il Creatore. Ci sono pensieri per gli amici e i compagni di viaggio. C’è la predilezione per la Madonna. Scrive con delicatezza e passione delle fatiche del lavoro della terra e le stagioni negli Alpini. Frasi brevi, dirette, scolpite nel foglio.
Contadino, alpino, poeta e sognatore. Ma i sogni, a volte, si avverano. Nel caso di Palo, anche quelli di carta.