Capisco che tornare a lavorare o studiare dopo tanti giorni di spensieratezza e bagordi non è facile, e allora mi sforzo di ammettere che a feste finite si possano tenere le luminarie ancora per un pochino pochetto. Ma mi ha fatto specie vedere sui social network un dibattito sull’opportunità o meno che i comuni tenessero ancora accese le luminarie il 14 (quattordici) gennaio.
Va bene che ormai il Natale ognuno se lo fa a sua propria misura, soprattutto in quelle scuole dove si indica alle maestre di spiegare ai bambini, per non urtare niente e nessuno, che non è una festa religiosa ma la festa delle stelle luminose o del volemose bene di quel che la fantasia suggerisce. Ma, come che la si consideri, una festa ha un inizio e una fine. Bisogna goderne ogni attimo, certo, poi come ben sapeva il saggio Leopardi arriva inevitabilmente il giorno che “tristezza e noia recheran l’ore, ed al travaglio usato ciascuno in suo pensier farà ritorno”.
Per quanto mi riguarda, se fossi sindaco di una qualsiasi città farei un’ordinanza per imporre a tutti di spegnere le luminarie di Natale alla mezzanotte del 6 gennaio. Anzi, leggo dal calendario che anche nel 2019 le feste dureranno un giorno in più essendo il 7 gennaio domenica. Ma dall’8 si smonta e si spegne tutto, intesi? Diglielo anche tu, Giacomo.
Il Caffè Scorretto di Maurizio Ceccarini