È davvero inquietante che siano alcuni azionisti della Apple stessa a voler tutelare i bambini sull’uso degli smartphone mentre la politica e le istituzioni tacciono, chiuse in un silenzio davvero colpevole. La particolare pericolosità degli smartphone per i bambini è legata alla loro stessa natura: si tratta di una tecnologia portatile, estremamente comoda e facile da utilizzare. Il successo di questi dispositivi nelle famiglie risale a pochi anni fa. Il pretesto fu rappresentato dalla gratuità dei messaggi whatsapp rispetto agli sms che apparentemente costavano di più. In realtà fu una vera e propria manipolazione dell’ opinione pubblica in quanto, come è noto, per avere Whatsapp bisogna anche avere una connessione a Internet. Improvvisamente bambini di 8-9-10 anni si sono ritrovati in tasca un apparecchio con un accesso libero alla Rete, il cui 50% dei contenuti, come purtroppo sappiamo bene, sono di natura pornografica e violenta, come le esecuzioni dell’Isis o i film dell’orrore. In realtà i danni maggiori non attengono ai contenuti specifici visibili su Internet ma al dispotismo che gli smartphone esercitano sulla vita dei ragazzi: la facilità dell’ uso rende difficilissimo separarsene. I danni maggiori sono quelli relativi al sonno. Sono tantissime le ricerche che lo dimostrano. In seconda battuta vanno considerate le ripercussioni sulla capacità di concentrazione: lo studio, lo sport, la musica, le attività ludiche vengono compromesse a tal punto da sparire quasi del tutto. Sono sempre di più i ragazzi tra gli 11 e i 14 anni completamente in balìa degli smartphone, da cui non si staccano mai. Ogni giorno gli studi di sostegno pedagogico si affollano genitori disperati che non riescono a regolare l’uso dello smartphone dei propri figli. I genitori di oggi sono una generazione fragile dal punto di vista educativo: difficile pretendere eroismo da parte dei papà e delle mamme quando tutto attorno, specie nel nostro Paese, regna l’ indifferenza su queste tematiche, se non la stigmatizzazione di chi non compra lo smartphone a un bambino di 7 o 8 anni. Negli ultimi mesi si è aggiunta la chicca del Ministero della Pubblica Istruzione che, in totale controtendenza europea, ha istituito una commissione per valutare l’eventuale uso didattico degli smartphone a scuola. In contemporanea, in Francia, Macron lo proibiva. E anche in Germania, in Svezia e in Gran Bretagna esistono normative al riguardo per tutelare alunni e studenti. Senza leggi chiare si lasciano le famiglie in balìa di un marketing sempre più cinico che usa i minori come target per vendere strumenti non adatti alla loro età.
Daniele Novara, pedagogista