Se Maria e Giuseppe bussassero alla mia porta, ci sarebbe posto per loro? La grande questione morale su come stiano le cose da noi riguardo ai profughi, ai rifugiati, ai migranti ottiene un senso ancora più fondamentale: abbiamo veramente posto per Dio, quando Egli cerca di entrare da noi? Abbiamo tempo e spazio per Lui? Non è forse proprio Dio stesso ad essere respinto da noi?”. Non sono di Papa Francesco ma del suo predecessore Benedetto XVI queste domande, pronunciate nell’omelia della Notte di Natale del 2012.
Queste invece sono di Francesco nella sua omelia di Natale 2017: “ Nei passi di Giuseppe e Maria si nascondono tanti passi. Vediamo le orme di intere famiglie che oggi si vedono obbligate a partire. Vediamo le orme di milioni di persone che non scelgono di andarsene ma che sono obbligate a separarsi dai loro cari, sono espulsi dalla loro terra. In molti casi questa partenza è carica di speranza, carica di futuro; in molti altri, questa partenza ha un nome solo: sopravvivenza. Sopravvivere agli Erode di turno che per imporre il loro potere e accrescere le loro ricchezze non hanno alcun problema a versare sangue innocente”. Notate differenze sostanziali? Sembrano scritte dalla stessa mano. E allora, da dove nasce lo scandalo di certi fedeli (?) tradizionalisti che ormai accusano il Papa di ogni respiro? La risposta la dà lo stesso Francesco il giorno di Santo Stefano: “ il messaggio di Gesù è scomodo e ci scomoda, perché sfida il potere religioso mondano e provoca le coscienze”.
L’attacco era iniziato con le critiche al presepe di piazza San Pietro. Il complesso artistico arriverebbe a contraddire “la lieta novella dell’annuncio cristiano”. Tra le critiche sollevate c’è quella riguardante la presenza di un uomo “semi nudo sdraiato a terra”. Altre figure considerate poco idonee sono quelle rappresentanti la “testa di un condannato che spunta dall’interno di una minuscola cella” e quella di “un cadavere con un braccio penzolante che giace su una specie di lettiga”. L’Arcangelo Gabriele è raffigurato con una ghirlanda di fiori arcobaleno, composizione
interpretata come un richiamo alla comunità LGBT. La cupola di San Pietro?
“Semidistrutta”. E la stella cometa sarebbe troppo puntata in basso, ecc. Insomma è la fine della fede! Dimenticando che quelle rappresentate sono le opere di misericordia.
Anche qui risponde Francesco (che davvero non ha bisogno di difensori): “ La composizione presepiale è il luogo suggestivo dove contempliamo Gesù che, assumendo su di sé le miserie dell’uomo, ci invita a fare altrettanto, attraverso azioni di misericordia”.
Che dire di questi nuovi eretici che nel giorno di Natale hanno dimenticato l’Incarnazione?
Mentre in Sudamerica la Comunità di Pace dove operano i volontari di Operazione Colomba, veniva colpita da un commando paramilitare, a Rimini si gridava alla pace. La pioggia non ha fermato la Marcia della Pace, da sette edizioni appuntamento fisso in diocesi del 1° Gennaio. Tante le testimonianze: delle famiglie riminesi che accolgono i richiedenti asilo; dei volontari impegnati oltre confine, nei campi profughi in Libano, in Colombia. “Importante è essere uomini di pace” il messaggio del Vescovo Lambiasi. “Possiamo intervenire tutti nel nostro quotidiano” l’auspicio del neo direttore Caritas Mario Galasso.