Si butta dalla finestra qualcosa di vecchio e si indossa qualcosa di nuovo. Si lasciano indietro gli ultimi dodici mesi e si guarda al nuovo anno. C’è chi ha fiducia, chi speranza, chi non crede nel cambiamento, chi sogna ancora la pace nel mondo e chi spera semplicemente che il suo domani sia migliore. Tutti, comunque, si aspettano qualcosa. Che si tratti di un personaggio pubblico o del vicino della porta accanto, questo è il momento per fare i bilanci, porsi degli obiettivi e dei buoni propositi.
Paolo Cevoli, comico e attore ha un sogno tutto personale: “Siccome nel 2018 compio 60 anni spero che l’anno che viene mi regali giovinezza. Non solo quella del fisico (che non guasta mai). Ma soprattutto quella dell’anima. Magari ritornare bambino. Curioso, stupito di tutto e felice di esserci. E sempre più me stesso. Un vero patacca! Patacca fino all’osso”.
Ci spostiamo a Riccione e al Centro21, la Onlus che da oltre 20 anni aiuta i ragazzi con la Sindrome di Down e con disabilità intellettive e fisiche. Il consiglio di Cooperativa presieduto da Cristina Codicè e formato da Eleonora Gennari, Romina Bannini, Massimo Pironi e Valeria Fiorini si è “riunito” per noi e per il 2018 desidera “trovare una casa con ampio spazio esterno per implementare le attività della cooperativa contribuendo a consolidare le entrate e quindi avere certezze sulle risorse da impiegare. Inoltre vorremmo essere considerati interlocutori capaci di essere partner affidabili e competenti sui percorsi educativi e formativi. Una realtà nella comunità capace di contribuire a dare un’anima al territorio. La competizione richiede efficienza ma anche umanità”.
Rimaniamo nella Perla e parliamo con Giuseppe Lo Magro, deus ex machina dell’importante associazione cittadina Famija Arciunesa. “Ci aspettiamo un pò di solidarietà. Manca l’entusiasmo. Un pò di entusiasmo a far le cose, che è svanito. La gioia di stare assieme facendo le cose, aiutando i più deboli, ma diventa difficile perché le occasioni sono sempre meno e la collaborazione non c’è. Sono tutti attenti al loro orticello e si pensa meno agli altri”.
“Gloria Lisi, che cosa ti aspetti dal nuovo anno? Sia da amministratrice sia da mamma”. Sono le 10.57 del mattino del 2 gennaio e cogliamo di sorpresa il Vicesindaco del Comune di Rimini che, molto onestamente, ci risponde: “Bella domanda, non ci ho ancora pensato!”. Ma basta poco, qualche secondo per raccogliere le idee ed eccoci: “Sicuramente più rispetto per tutti, per le persone, il riconoscimento della loro dignità: di ognuno dal più povero al più ricco”. Si parla anche di donne, della capacità di mettere in atto meccanismi che sciolgano vecchi legami con la società per una visione più libera del futuro della figura femminile e “parlo di cose che possono sembrare banali come lo stesso trattamento salariale o il semplice essere libere di fare”. Ed eccoci alla mamma. Il discorso non cambia di molto perché “se non insegno ai miei figli certi valori è difficile che poi possa amministrare questa città secondo quelli che sono i miei pilastri, la mia visione”.
Cesare Giorgetti fresco di nomina a presidente della Fondazione Migrantes, l’organismo costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana per l’opera di evangelizzazione e la cura pastorale dei migranti, italiani e stranieri, ha un pensiero per tutti: “Parto da un’attenzione che diventi un prendersi cura dei più piccoli: i bambini che devono nascere, quelli nati, quelli abbandonati, quelli sfruttati e maltrattati, quelli senza speranza, quelli nati nelle guerre e nelle carestie, quelli che viaggiano insieme a tanti altri profughi sui barconi, e quelli nati in Italia ma ancora senza diritti”. E insieme ai bambini Giorgetti parla di poveri di cui ognuno dovrebbe farsi carico. “Prendersi cura: partendo da me e dalla mia famiglia, dalla comunità parrocchiale e dalla comunità civile, ad ogni livello secondo le proprie capacità e responsabilità. Infine mi aspetto meno relazioni virtuali (in rete e sui social) e più relazioni fatte di sguardi che si incrociano, di mani che si stringono, di persone che parlano perchè trovano chi li ascolta, di persone che piangono e ridono con qualcuno disponibile a condividere ciò che vivono”.
Fabio Biondi, eclettico operatore culturale, inventore e direttore della residenza artistica e creativa L’Arboreto di Mondainoche nel 2017 ha vinto il prestigioso Premio Ubu, nonché direttore artistico del Teatro Sociale di Novafeltria, dal 2018 si aspetta “una nuova assunzione di responsabilità, degli Amministratori e degli operatori, degli artisti e del pubblico, per la centralità dei processi creativi e culturali. Una risorsa meravigliosa, sociale, per la qualità delle relazioni fra le persone, senza la paura dell’altro da sé”.
Sempre di cultura parla Sabrina Zanetti, direttrice artistica del festival riminese Cartoon Club che auspica “una programmazione più coordinata e concordata tra pubblico e privato tra le attività culturali e turistiche del nostro territorio, ciò garantirebbe di non avere eventi che si sviluppano nelle medesime date o in stretta vicinanza territoriale. Con la città che cambia e nuovi contenitori che si aprono, mi auguro che il nostro Festival trovi una collocazione stabile che ne consenta un ulteriore sviluppo. Anche una maggior certezza delle economie che lo sorreggono e che sono sempre più difficili da reperire, sarebbe proprio un bel regalo”.
Angela De Rubeis
Paolo Guiducci