In Italia, ogni anno, quasi mille bambini sono vittime di abusi sessuali: circa due al giorno. 2016 è stato l’anno del record con 5.383 minori vittime di violenza grave (non solo sessuale), circa 15 al giorno. I dati, elaborati nel Dossier della campagna Indifesa di Terre des Hommes sulla condizione delle bambine e ragazze nel mondo, parla di un +6% rispetto all’anno precedente. In generale, quella della violenza sui minori è una situazione che merita attenzione, anche sul nostro territorio. Ne parliamo con la dottoressa Tiziana Valer, psicologa, psicoterapeuta, responsabile della tutela minori di Rimini dell’Ausl Romagna e referente regionale per Emilia Romagna e Toscana del Cismai (Coordinamento Italiano Servizi Maltrattamento all’Infanzia).
Dottoressa Valer, lei ci ha fornito i numeri aggiornati sui minori sottoposti a violenza nel nostro territorio. Può raccontarceli?
“Come avrà visto stiamo parlando di 25 casi. Ci tengo a sottolineare che si tratta di casi gravi, e rappresentano solo l’1% di quelli che trattiamo in un anno, 2500”.
Il dato che salta più all’occhio è quel 92% di violenza che avviene tra le mura di casa, o comunque in un contesto familiare…
“Sì, è così. Un dato che viene confermato anche da quel 44% di casi di violenza assistita”.
Ecco dottoressa, parliamo proprio di questo. Sinceramente sono dovuta andare a verificare a cosa ci si riferisse perché non ne avevo mai sentito parlare.
“Infatti è da poco che viene considerata anche perché i numeri la danno in crescita. A tal proposito il Cismai la definisce come la violenza che si verifica «quando i bambini sono spettatori di qualsiasi forma di maltrattamento espresso attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative, adulte o minori»”.
Vuole farci qualche esempio?
“Penso al caso di una bambino che ha visto uno dei due genitori uccidere l’altro e poi si è a sua volta ucciso. Ma questo è un caso limite, ci sono molte altre situazioni di conflitto, di prevaricazione, comportamenti che possono apprendersi”.
E poi c’è quel 3% di violenza extradomestica: di cosa si tratta?
“Mi viene in mente il caso di un professore di ginnastica. In generale, nella mia carriera mi sono capitati casi di allenatori, insegnanti che hanno a che fare con il corpo, l’allenamento. Più o meno sono queste tipologie”.
Come ci ha detto in premessa, questi 25 rappresentano solo l’1% dei casi, parliamo invece del restante 99%?
“Casi nei quali aiutiamo le famiglie ad affrontare nel modo corretto il loro ruolo di genitori. Persone che non hanno avuto modelli chiari o corretti e che si trovano a non avere gli strumenti giusti, a fraintendere la normale funzione genitoriale, oppure a considerare giusti alcuni attegiamenti che non lo sono per nulla. Diciamo che è un sostegno alla genitorialità da una parte e dall’altra un sostegno al minore inteso come persona da tutelare in quanto tale”.
Come si relazionano le famiglie con voi? Vi vedono come un ostacolo?
“Il primo approccio è diffidente, poi quando si rendono conto che stiamo lavorando per la loro famiglia, per i loro bambini, allora l’atteggiamento cambia, anzi ci ringraziano soprattutto quando hanno capito dove e come hanno sbagliato”.
Capitano gli allontanamenti dalla famiglia?
“Nelle situazioni più difficili si arriva anche a quello ma non è l’obiettivo del nostro lavoro. Noi lavoriamo per sostenere la genitorialità, sempre nel rispetto del benessere del bambino che prima di essere un minore è un cittadino italiano”.
VIOLENZE E MINORI: I NUMERI DI RIMINI
Sono 25 i bambini che nel biennio 2016-2017 sono stati seguiti dai servizi sanitari locali per gravi situazioni di violenza (dati Ausl Romagna per il territorio della provincia di Rimini). Stiamo parlando dell’1% dei bambini in carico alla Tutela Minori, servizio che opera all’interno della Struttura Semplice ”Responsabilità Genitoriale e Tutela Minori” a Rimini. Analizziamo da vicino questi 25 casi.
Quale età?
Di questi bambini, il 36% ha un’età compresa tra 0 e 5 anni, un altro 36% dai 6 ai 10 anni, il 20% tra 11 e 15 anni e l’8% ha età superiore ai 15 anni.
Quali violenze?
Il primato è della violenza assistita, 44%. Stiamo parlando di una forma di abuso minorile che si verifica prevalentemente in ambito familiare, quando un minore è costretto ad assistere a scene di violenza sia fisica sia verbale tra genitori oppure tra soggetti a lui legati affettivamente. Al secondo posto, con il 32% si piazza il maltrattamento fisico, e al 12% sia la violenza sessuale che la trascuratezza grave.
Contesto
Il 92% della violenza viene praticata in un contesto familiare o di convivenza, l’8% in un contesto extra familiare.
Quali problemi ha il nucleo familiare?
Il 24% ha gravi conflittualità, seguito dal 20% di nuclei familiari con problematiche socio educative relazionali e dal 12% di famiglie che si definiscono maltrattanti e con problematiche relazionali. Altri, tutti al 4%, hanno seri problemi penali, psichiatriche e gravi conflittualità.Tra tutti spicca un 12% di nuclei che non hanno nessun tipo di problematiche.
Chi segnala?
Il maggior numero delle segnalazioni arriva dalla Procura dei minori, il 16% dall’ospedale, un altro 16% dalla scuola, un 12% dai genitori, e a seguire con l’8% altri familiari e conviventi, 8% dal settore del provato sociale e del volontariato, altro 8% dal Tribunale dei minori e il 4% dalla comunità di accoglienza.
Angela De Rubeis