Sono un vero cristiano se credo nel Big Bang?. Quante volte sentiamo questa domanda, soprattutto dai giovani, dagli adolescenti, che cominciano a porsi i quesiti fondamentali. Una domanda estremamente significativa, perché permette di capire il modo in cui l’uomo di oggi si rapporta all’inevitabile ricerca di senso. Da una parte mette in luce come, ancora oggi, la percezione generale sia quella di vedere Scienza e Fede come due strade parallele che non solo non si incontrano mai, ma che addirittura sono l’una alternativa all’altra. Dall’altra, però, porsi il dubbio rivela che in realtà il sapere scientifico e quello religioso vanno nella stessa identica direzione. Sono solo strumenti diversi per indagare la stessa questione: com’è cominciato tutto? Perché è cominciato, il tutto?
Proprio per accorciare le apparenti distanze tra questi due strumenti, la Scuola Internazionale Superiore per la Ricerca Interdisciplinare (Sisri) e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “A. Marvelli” delle Diocesi di Rimini e di San Marino Montefeltro, in collaborazione con l’Ufficio diocesano Scuola e IRC delle due Diocesi (Rimini e San Marino-Montefeltro), propongono la realizzazione di un progetto interdisciplinare di formazione e ricerca dedicato al dialogo tra Scienza e Fede. Il primo dei quattro incontri in programma (per info www.issrmarvelli.it, lo scorso 6 novembre presso la Sala Manzoni di Rimini, ha posto in luce il fondamentale tema della genesi (con la g minuscola e maiuscola) del nostro universo. Relatori dell’incontro, Matteo Bonato, ricercatore in astrofisica del Sissa di Trieste (La creazione e l’universo: inizio e fine) e Mirko Montaguti, biblista e docente di Esegesi Biblica all’Istituto “A. Marvelli” (La narrazione di Genesi: significati e criteri ermeneutici).
L’astrofisico Matteo Bonato rappresenta “la parte” scientifica del dibattito: oltre ad essere ricercatore in astrofisica, lavora presso l’Istituto di Radioastronomia di Bologna e collabora con la Nasa.
Iniziamo dal metodo. Come approcciarsi al dibattito con la d maiuscola, quello sul rapporto tra Scienza e Fede?
“Bisogna fin da subito individuare, in negativo, quali sono i rischi che vanno assolutamente evitati, al fine di condurre un’indagine seria. Il primo di questi è il Concordismo, ossia la pretesa di utilizzare la Bibbia come una prova, come uno strumento assimilabile a quelli utilizzati dal metodo scientifico. L’altro, all’opposto, è quello di scindere nettamente i due saperi, svuotando completamente il loro essere in relazione”.
C’è Creazione, nel sapere scientifico?
“In scienza, il termine ‘creazione’ appare più volte. Significativo ai fini del dibattito è certamente il concetto di ‘creazione dal nulla’, che viene molto spesso utilizzato per rendere superflua, a livello logico, l’opera di un dio creatore come causa della nascita dell’universo”.
In che senso?
“È un concetto che si appoggia all’ipotesi scientifica secondo la quale la massa e l’energia possano crearsi, e nascere, direttamente dal vuoto, inteso come vuoto quantistico. Il difetto di questa ipotesi, però, è che il vuoto quantistico non deve essere inteso come il vuoto assoluto, come il Nulla filosofico. Infatti, nel vuoto quantistico sono presenti particelle e antiparticelle, dette virtuali. Queste, però, si annichiliscono immediatamente. Non è, per l’appunto, un vuoto assoluto da cui improvvisamente nasce la materia”.
Quale può essere un punto di contatto tra Scienza e Dio?
“Un elemento straordinario è certamente il concetto di ‘Coincidenza cosmica’”.
Si spieghi.
“Nel nostro universo esistono quattro tipi di forze fondamentali, che lo strutturano per come lo conosciamo: forza gravitazionale, elettromagnetica, nucleare forte e nucleare debole. Queste forze, se avessero valori diversi da quelli attuali anche solo a livello infinitesimale, non permetterebbero in alcun modo l’esistenza dell’universo e l’emergere della vita, e quindi dell’uomo. Ma tra tutte le infinite possibilità, ripeto, infinite, è nato proprio questo universo, strutturato nell’unico modo che rende possibile la vita e l’uomo”.
L’uomo al centro dell’universo, ancora oggi?
“Personalmente vedo l’emergere della vita come il culmine di un processo che agisce come una successione. Essendo la vita il culmine dell’universo, ed essendo l’uomo la forma più evoluta di vita che conosciamo, non può che essere centrale”.
E il ruolo di Dio, in tutto ciò?
“Non dobbiamo pensare a Dio come a un orologiaio, che agisce dall’interno del cosmo attraverso gli strumenti del cosmo stesso. La Sua opera creatrice va intesa, invece, in senso trascendentale, esterna al nostro universo spazio-temporale. Un’opera che preesiste al Big Bang e al cosmo, che li regola e li supporta”.
Pagina a cura
di Simone Santini