Capire il mondo giovanile non è così semplice e scontato. Lo sanno bene i genitori, i professori, gli educatori, anche quelli spinti dalle migliori intenzioni. Lo sa bene anche la Chiesa, che vede ogni anno assottigliarsi, fra i giovani, il numero di chi frequenta la liturgia e la vita delle comunità.
Il mondo giovanile, anche sulle tematiche religiose, è quanto mai complesso: vi è quello degli slanci generosi come nel volontariato, quello delle inquietudini che tengono tanti giovani sulla soglia della comunità; quello dei ragazzi e delle ragazze che sono approdati a una indifferenza tale da apparire impermeabili a ogni proposta, senza neppure la forza di alzare gli occhi dal loro smartphone.
A tutti loro, vicini e lontani, si rivolge ora la Chiesa in un atteggiamento di ascolto. Una moda? Un mezzuccio per avvicinare qualcuno? O magari invece il desiderio di farsi interrogare dalla situazione, anche se questo può determinare un forte invito al cambiamento, ad “uscire”, come insiste il Papa, che con forza vuole tutto ciò in preparazione al Sinodo dei Vescovi del 2018, dedicato proprio ai giovani.
La vera sfida del Sinodo e del suo percorso preparatorio è quella di riproporre l’incontro di tutta la Chiesa con tutti i giovani. L’intera comunità è il soggetto che deve interrogarsi sul proprio rapporto con le nuove generazioni, sulle energie, le idee e gli spazi di protagonismo che è disposta a mettere in campo, ma anche su ciò che di più caro ha dell’esperienza cristiana da proporre loro, come pure sulle paure nostre che rendono il rapporto con loro difficile. Senza comode deleghe ad alcuno, fossero anche specialisti del ramo, perché non sia questione per gli “addetti ai lavori”. Tutti i giovani vanno ascoltati, con la pazienza di andare a cercare e stare a sentire anche chi è più lontano e che magari ci dice cose spiacevoli. Tutti. Chi vive un disagio, le seconde generazioni di migranti, come quelle del “divertimentificio” o della rassegnazione sociale, che a volte si esprime solo nella rabbia distruttiva. Un’operazione dura e complessa, perchè la sfida dell’ascolto è davvero difficile da affrontare.
Questo il cammino che anche la Chiesa riminese incomincia nel giorno della festa del suo patrono, quando il Vescovo ci chiama in assemblea (sabato 14 alle ore 15 in Sala Manzoni) e ci dona le prime indicazioni del cammino dei prossimi due anni. Ci aiuterà nella riflessione Paola Bignardi, dell’Istituto Toniolo, che, appunto, tratterà il tema “Una Chiesa in ascolto dei giovani”.
Giovanni Tonelli