Lavoro, crollano le assunzioni a tempo indeterminato dopo l’effetto Job’s Act. impressionanti i saldi attivazione-cessazioni dei rapporti di lavoro dipendenti a tempo indeterminato tra il 2015, quando era in pieno vigore la riforma del lavoro, e il 2016: la provincia di Rimini crolla da 5.463 a 739; Forlì-Cesena da 5.868 a meno 105; Ravenna da 5.115 a meno 326.
Lavoro – Il posto fisso? È sempre più un miraggio, in Romagna ma soprattutto a Rimini. Leggere dall’ultimo rapporto regionale sul mercato del lavoro di Rimini che nel 2008, ad inizio crisi, erano stati attivati 92mila contratti di lavoro dipendenti, quando a fine 2016 il loro numero si ferma a 76mila (16mila in meno) non è proprio una notizia esaltante, anche se al netto delle cessazioni il bilancio (saldo) degli ultimi due anni è tornato positivo. Dopo cinque anni consecutivi di saldo negativo, le assunzioni sono tornate, nel 2015 e nel 2016, ad essere più numerose dei licenziamenti o dei fine contratto di qualche migliaia di unità. Un segnale positivo che non va certo sminuito, anche se il cammino per tornare ai livelli pre-crisi resta ancora lungo.
Un fenomeno simile si ripete anche a Forlì-Cesena e Ravenna. Il lavoro si sta riprendendo un po’ ovunque, anche se la speranza che le nuove assunzioni dovessero essere in maggioranza a tempo indeterminato trova poco riscontro nei numeri: nel 2016, i fortunati sono stati intorno al 10 per cento del totale. Ma ancora più impressionanti sono i saldi attivazione-cessazioni dei rapporti di lavoro dipendenti a tempo indeterminato tra il 2015, quando era in pieno vigore la riforma del lavoro (jobs act) e il 2016: la provincia di Rimini crolla da 5.463 a 739; Forlì-Cesena da 5.868 a meno 105; Ravenna da 5.115 a meno 326. Insomma, finito l’effetto incentivi legato a quella riforma tanto discussa, la situazione sta bruscamente tornando quella di prima. Non c’è stato, cioè, il cambio strutturale da lungo periodo atteso.