Sarà il tema dei giovani quello che impegnerà la riflessione e il cammino della Chiesa riminese nei prossimi anni. È quanto ha confermato il Vescovo al termine del Consiglio Pastorale Diocesano che si è svolto sabato mattina 29 luglio in Seminario. La proposta era già emersa chiara nell’Assemblea Sinodale diocesana di Pentecoste, quando molti “tavoli di lavoro” l’avevano sollecitata, anche in considerazione del Sinodo dei vescovi, che si terrà nell’ottobre 2018 sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.
E proprio al documento preparatorio e alla lettera di papa Francesco ai giovani che lo precede, è stata dedicata la prima parte della mattinata. Don Ugo Moncada, condirettore dell’Ufficio Pastorale Giovanile (tutto l’Ufficio era presente all’incontro) lo ha molto ben presentato, pur nel poco tempo concesso.
“Già in apertura, nel riferimento ad Abramo e al «grido di tanti giovani che sono costretti ad andarsene dalle loro case», appare chiaro che il Sinodo intenderà parlare non solo ai nostri ragazzi, ma ai tanti che arrivano nelle nostre terre”. Il respiro della riflessione dei Vescovi sarà dunque universale e non semplicemente rivolto alle difficoltà educative dell’attuale nostra situazione.
Emergono due attenzioni per certi aspetti “rivoluzionarie”: il tema dell’ascolto dei giovani, ascolto che diventa “compromettente” perché spinge al cambiamento, dunque la scelta dei giovani come protagonisti della riflessione e non solo destinatari.
L’età scelta, come riferimento della riflessione e dell’ascolto, è quella che va dai 16 ai 29 anni.
L’analisi della situazione è volutamente generale e sommaria, “il documento vuol essere davvero… preparatorio”.
Tra l’altro proprio da qualche giorno sul sito http://youth.synod2018.va è stato predisposto un amplissimo questionario, con l’invito a tutti i giovani a partecipare.
Sono poi intervenuti Antonietta e Checco dell’Ufficio di Pastorale Giovanile che hanno fatto il punto su risorse, le carenze e i nodi problematici del settore.
La Pastorale giovanile in Diocesi è ricca di associazioni, movimenti ed esperienze. Difficile però coinvolgere le parrocchie nella Consulta diocesana e nel lavoro comune. Fragili i canali di comunicazione fra le diverse realtà.
Il Vicario Generale don Maurizio Fabbri ha poi presentato le ipotesi per un cammino diocesano sul tema giovani.
Tre gli obiettivi: dar loro voce nella personale ricerca di Dio e nelle attese verso la Chiesa; fare concreti “esercizi di missione” di giovani verso i giovani; rivedere la Pastorale giovanile che sappia accompagnare i giovani nella loro ricerca “vocazionale”.
E qui si sono prospettate due ipotesi, una di lavoro biennale, l’altra triennale, con diversi momenti di ascolto e di celebrazione.
A questo punto è iniziato il lavoro sinodale. L’assemblea del Consiglio Pastorale si è divisa in cinque gruppi, formati da 13/14 persone ognuno e si è confrontata per un’ora sull’itinerario proposto. È nato un dialogo ricco e stimolante, come è emerso anche nelle rapide sintesi finali dei “facilitatori”.
Aprirsi a tutti implica un importante cambio di mentalità. È possibile vedere i ragazzi protagonisti, ma occorre dar loro fiducia.
Se lavorare sul tema due o tre anni i giudizi sono stati diversi. Un gruppo ha proposto un sinodo dei giovani (e solo di loro) alla fine del primo anno; un altro gruppo il triennio di lavoro, con un’ assemblea sinodale, adulti e giovani insieme, alla fine del secondo anno.
C’è chi ha espresso la necessità di partire nell’ascolto dei lontani e chi invece, molto “realisticamente”, dai giovani più vicini, anche “se intanto guardiamo oltre”.
“Mentre ascoltiamo i giovani in parallelo facciamo un lavoro di formazione sugli adulti”, ha suggerito il secondo gruppo.
Sugli strumenti da utilizzare le proposte sono diverse: chi invita a coinvolgere i media che la Diocesi ha, in particolare radio e Icaro Tv (“strumenti vicini ai giovani”); chi a creare una piattaforma social con un’attenzione ai nuovi media, utilizzando anche l’esperienza del Punto giovane chi invita a coinvolgere nell’indagine le risorse della comunità civile.
Tutti insistono sulla trasversalità del tema giovani, che tocca famiglia, scuola, cultura, sport ecc. Ogni ambito deve sentirsi interpellato. C’è anche chi ha espresso preoccupazione perché non si trascuri la fascia della prima adolescenza, che teoricamente è esclusa dall’attenzione del Sinodo che incentra il suo lavoro sui giovani dai 16 anni in poi.
Impossibile in poche righe sintetizzare i tanti contributi.
Lo ha riconosciuto il Vescovo nelle sue conclusioni:“Si tratta di avviare processi e ricordare che il fine, l’obiettivo, è quello della conversione missionaria della pastorale ordinaria. Occorre riconoscere che i giovani sono latitanti dalle nostre comunità, sono alla periferia. Vogliamo prenderli sul serio. Fra i verbi che vanno tenuti presenti, ascoltare, discernere, accompagnare ci sia anche evangelizzare, un verbo che non deve metterci paura”.
Giovanni Tonelli