Durante i giorni 29, 30 aprile e 1 maggio, 180 capi scout della zona di Rimini hanno ripreso lo zaino sulle spalle e si sono messi in cammino nelle foreste casentinesi per la “Route dei capi”.
L’evento era stato preparato da tempo come occasione di formazione personale e per le comunità capi.
Qualcuno – sia dentro che fuori gli scouts – potrebbe pensare che le cose vanno tutte bene, son così dei bravi ragazzi, ed invece, fin dall’assemblea di novembre 2016, abbiamo toccato con mano che nelle nostre comunità di capi non sono rari i conflitti, e che non sempre siamo così bravi a gestirli e a superarli.
Ci siamo rimboccati le maniche (come si addice ad ogni scout) e abbiamo dedicato il cammino dei primi mesi di quest’anno a riflettere su come ognuno di noi vive l’esperienza del conflitto e come viene affrontato nelle nostre comunità di capi. Il risultato di questa riflessione è stato portato alla Route, durante al quale ogni comunità ha condiviso, attraverso la “fiere delle profezie” (buone prassi) e dei laboratori formativi, la possibilità di accogliere, abitare e superare i conflitti, riconoscendoli come un’opportunità per crescere.
La Route è partita da Camaldoli il 29 aprile ed è arrivata a Pieve di Romena (vicino a Pratovecchio) il giorno successivo. A Romena, dove ci siamo fermati anche il 1 maggio, abbiamo vissuto due incontri molto importanti, che ci hanno aiutato ulteriormente a riflettere su questa dimensione che caratterizza la nostra vita personale e quella comunitaria.
Pier Giorgio Ricci (detto PiGi), formatore nelle comunità terapeutiche e nelle scuole per la nonviolenza, ci ha aiutato a comprendere che fondamentale -per abitare il conflitto – è cominciare da noi, dal riconoscere le nostre responsabilità e le possibilità che sono date a noi per affrontare la situazione: la genesi del conflitto è dentro di noi e se prima non ci riconciliamo con noi stessi, difficilmente potremo costruire percorsi di riconciliazione con altri.
Don Luigi Verdi, fondatore della Fraternità di Romena, ci ha condotto per mano a riconoscere che molti conflitti sono generati dalle nostre paure e che la possibilità di superamento del conflitto è data solamente dalla nostra disponibilità ad intraprendere la via del perdono, via che passa dalla comprensione, al rifiuto del rancore e dell’odio, al ringraziamento, perché ogni conflitto è un’occasione di rinascita che ci è offerta.
Alla fine della Route ogni comunità capi si è assunta un impegno per dare corpo a queste intuizioni.
Molto belle le due serate animate dallo Staff “Note di branca” e dagli “Amici di Guido”, momenti formativi in leggerezza da condividere intorno al fuoco.
Rimessi gli zaini nell’armadio e rientrati alla vita ordinaria, è importante che quanto è stato condiviso possa diventare spunto per dinamiche relazionali rinnovate.
Buona strada
don Andrea Turchini