Non è un supermercato come tutti gli altri, ma un luogo dove il concetto di aiutare è il fattore chiave. Dove tra le corsie e sopra gli scaffali, si cerca di dare una mano a chi, in questo momento, fatica ad arrivare a fine mese. A circa un anno dall’apertura (nella foto l’inaugurazione) l’Emporio Rimini, l’emporio solidale dove persone in difficoltà possono andare a fare una normale spesa di generi alimentari, presenta il bilancio dell’attività aggiornato al 31 dicembre. Un’esperienza che mette insieme, nel nome della solidarietà, diverse anime del territorio. Oltre 2.238 spese effettuate e 363 tessere rilasciate nei primi 109 giorni di apertura, per un totale di 1.100 assistiti. Per metà sono famiglie da tre a cinque componenti, il 26% invece famiglie unipersonali. 427 i bambini delle famiglie beneficiarie. Gli italiani sono il 57.9%. L’87% risiede nel comune di Rimini, ma il progetto interessa anche il distretto della Valmarecchia. Il 16.2% ha tra i 35 e i 44 anni, la fascia più rappresentata. Il 70% dei beneficiari non si era mai rivolto alle Caritas.
“L’Emporio – sottolinea Pietro Borghini, presidente dell’associazione Madonna della Carità, capofila del progetto – è un luogo lontano da quelli della povertà estrema e intercetta una povertà relativa ma altrettanto difficile da affrontare. Un mix di risorse pubbliche e private che, attraverso un protocollo di intesa, caso unico in Italia, interagiscono insieme alle libere donazioni di privati. Più o meno il 30% delle persone servite sono occupate, dei working poors che fanno fatica ad arrivare alla terza settimana. Abbiamo un paniere di 25 prodotti, donati o comprati, e un sistema di lavoro che va anche ad incidere sugli sprechi alimentari”.
Un vero e proprio progetto di comunità che ha coinvolto, insieme, Istituzioni, associazionismo e privati. Un modo virtuoso di fare welfare, uscendo dalla logica assistenzialistica, con uno spirito di sussidiarietà circolare.
“Non esiste un unico modo per aiutare il prossimo: si può donare merce, denaro o si può fare del volontariato, ricambiando quanto ricevuto dall’Emporio tramite attività all’interno della struttura o nelle associazioni attive del territorio”.
Lucia Genestreti