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Ha congelato il mondo e lo ha messo a ferro e fuoco per via di un grosso lucertolone, ha aperto porte spaziotemporali e sancito la fine del mondo: lui è Roland Emmerich, regista (spesso) di blockbuster spettacolari che nel 1996 “fece il botto” con il colossale Indipendence day, una delle più gigantesche invasioni aliene mai viste sul grande schermo. Passati giusto vent’anni Emmerich ci ricorda che gli alieni non sono stati sconfitti, anzi sono decisi a vendicarsi, più armati che mai. Nel frattempo la Terra ha trovato coesione tra i popoli ma basterà l’unione a fermare la minaccia spaziale?
Desideroso di ripetersi nei risultati economici raccolti dal primo film, Emmerich ha puntato fin troppo sul sicuro, ma nel frattempo il pubblico è cambiato ed ormai a distruzioni di città al cinema ci siamo abituati fino alla noia (ma perché sempre Londra?), per non parlare di mostruose creature tentacolari che arrivano dallo spazio. Così questo Indipendence Day: Rigenerazione (100 milioni di dollari raccolti finora negli States) non offre altro che un intrattenimento a livello basico, magari con qualche spunto profetico (il nuovo Presidente degli Stati Uniti è una donna), con una trama semplificata all’osso dove gli alieni invadono ed i terrestri si difendono, stop. Per pubblico non troppo esigente, il film ha qualche sussulto di “tenerezza” nel ritirare fuori un discreto gruppo di attori del primo film. Assente Will Smith che non ne ha voluto sapere, così la sua figura aleggia come eroe scomparso con tanto di onori, sostituita dal figlio che ne segue le orme di pilota coraggioso anche se il carattere eroico “di punta” di questo episodio è Liam Hemsworth, aviatore tanto incosciente quanto coraggioso.Con tanto di “minaccia” di una terza invasione extraterrestre…
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani
