Una tragedia americana. Quella nota a tutti (chi ricorda invece gli altri presidenti Usa uccisi, Lincoln escluso?) dell’omicidio del presidente Kennedy, in quella maledetta strada a Dallas nel 1963. Nel nuovo film del cileno Pablo Larraín (suo anche il valido Neruda) il punto di vista è quello della First Lady, Jacqueline Kennedy, più conosciuta come Jackie (la interpreta una Natale Portman di grande capacità mimetica emotiva).
Davanti al taccuino di un giornalista (Billy Crudup) racconta la sua versione dei fatti, ma quanto finirà nell’articolo e quanto invece sarà deliberatamente tenuto nascosto dalla si- gnora Kennedy? Il film si sofferma sul dolore, in primis quello di una moglie che ha visto cadere il marito colpito a morte da proiettili figli di un odio costruito verso un Presidente. Ma anche il dolore di una madre che deve avvertire i piccoli figli della scomparsa di papà e il dolore e il coraggio di una donna che deve “costruire” le esequie del consorte in modo esemplare, in barba a sicurezza, protocolli e ragion di Stato. Tutto il mondo si fermerà a rendere omaggio a Kennedy, gli occhi saranno puntati in gran parte su Jackie. Il film alterna l’accoglienza da parte della First Lady alla Casa Bianca (con il famoso programma televisivo che aprì le porte all’America alla casa più celebre del mondo) ai tragici eventi di quella visita presidenziale, con uno stile di racconto evocativo e intrigante, un cast che raccoglie attori di pregio (Peter Saarsgard nel ruolo del fratello Bobby, Greta Gerwig, John Hurt alla sua ultima apparizione e Richard E. Grant) in un racconto che non guarda troppo alla tradizionale biografia ma orienta lo sguardo su una vita lacerata della quale offre tracce e suggestioni confezionando un film di pregio.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani