Chi trova un amico trova un tesoro, recita l’antico adagio. Il paralitico del Vangelo, quello guarito da Gesù, lo può attestare a voce alta. Senza gli amici che si sono presi cura, per lui hanno scoperchiato il tetto della casa, fino a calarlo in barella, come avrebbe fatto a stare faccia a faccia davanti al Signore?
Il paralitico è l’icona evangelica scelta da don Daniele Giunchi e dall’équipe dell’Ufficio Catechistico diocesano per affrontare il tema dell’amicizia, posto al centro dei quattro incontri tra il Vescovo di Rimini, i cresimandi e i loro genitori.
Amicizia, vera e incontenibile, è quella che mons. Francesco Lambiasi augura ai ragazzi e ai loro genitori in occasione di questi incontri. Per l’occasione il Vescovo ha firmato di pugno un invito recapitato ai ragazzi. Una esortazione che parte da un fatto di cronaca. Un ragazzo che ha compiuto un gesto terribile con l’aiuto di “un amico”. “Perdonatemi, ma al sentire la parola ‘amicizia’ usata in quel modo mi si è gelato il sangue. Credo sia importante dirci cosa vogliamo che sia l’amicizia, dircelo con sincerità e franchezza”. Il Vescovo rilancia: “Vorrei che mi sentiste come vostro amico perché nel giorno della Cresima desidero portare voi e i vostri genitori ad incontrare Gesù”, Lui che per gli amici ha dato la vita.
Con l’invito sottobraccio e la “fotografia” del paralitico e dei suoi amici da mostrare, il Vescovo incontra i ragazzi (circa 2.500) e i loro genitori in quattro appuntamenti. Il primo ha riguardato il Litorale Nord, la Zona pastorle Savignano e la Zona Pastorale San Giuliano. Il secondo (domenica 12 marzo) chiama in causa il Vicariato Urbano. Il terzo incontro (domenica 19 marzo) è con i Vicariati Valmarecchia, Coriano, e Zona pastorale Santarcangelo mentre il quarto ed ultimo appuntamento (domenica 26 marzo) è con i Vicariati Litorale Sud e Morciano.
Il ritrovo è alle 15. I genitori dei cresimandi si accomodano in Cattedrale assieme al Vescovo, mentre i ragazzi si incontrano in Sala Manzoni, seguiti dal direttore dell’Ufficio Catechistico don Daniele Giunchi, il quale li aiuta a riflettere sull’icona evangelica del paralitico e tratta il tema dell’amicizia anche attraverso alcuni video, tra i quali i Coldplay di “Every Teardrop Is a Waterfall” e “Il guerriero” di Marco Mengoni.
Papà e mamme ascoltano alcune testimonianze e un video di Simona Atzori, la ballerina senza arti. L’esordio è toccato a Elisa Marchioni, ieri assessore in comune a Rimini e deputato in Parlamento, oggi moglie, mamma ed insegnante. E da settembre 2015, insieme con il marito Gabriele Guerra, “titolare” di una casa di accoglienza per profughi, a Viserba di Rimini. “Il sottomarino giallo” (questo il nome della casa) attualmente accoglie 13 persone, provenienti da vari Paesi dell’Africa. “Non tornerei più indietro: a questi ragazzi cerchiamo di dare gli strumenti per cavarsela da soli”. Stefano Brighi, 54 anni, autotrasportatore, è accompagnato dalla moglie Chiara Cesaretti, insegnante. “Gigio” come lo chiamano gli amici, a 13 anni inizia ad avere problemi cardiaci che si portano dietro una folle paura di morire. L’incontro con gli stupefacenti è un’altra tappa del percorso di Gigio, ma non l’ultimo. “Cristo non mi ha mai abbandonato e mi ha ripreso per i capelli. Come faccio a non dirlo a chi mi sta attorno?”. È la stessa “Buona Notizia” dell’amore di Cristo che il Vescovo regala alla foltissima assemblea.
Gran finale con genitori, figli e mons. Lambiasi insieme per la preghiera conclusiva. Come amici.
Paolo Guiducci