Oltre cento partecipanti. Un soleggiato pomeriggio. In Seminario.
È così che, domenica 26 febbraio, è iniziato ufficialmente il cammino di formazione per oltre 70 candidati al ministero di accolito, lettore e a quello Straordinario della Comunione.
Dopo l’iniziale momento di preghiera, una bella e intensa riflessione del vescovo Francesco, “chiamati a servire”, ha aperto i lavori dell’assemblea per questa “nuova partenza”.
Nuovo è il cammino di formazione. Nuovo è lo stile di questo percorso che vede il coinvolgimento e il protagonismo delle Parrocchie e delle Zone Pastorali. Nuovo è il passaggio da una formazione ai ministeri svolta in “centro” Diocesi, ad una più articolata, elaborata e realizzata tra le Parrocchie e le Zone Pastorali.
Nuovo anche il percorso per i ministeri elaborato dalla Commissione formazione dell’Ufficio diocesano di Pastorale in collaborazione con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose. Certamente non mancheranno le iniziative o i momenti organizzati dall’Ufficio Liturgico Diocesano, l’aiuto diretto alle realtà ecclesiali che lo chiedessero, nè gli inviti a partecipare a quanto già da anni è consolidato in Diocesi (incontri dei ministri, Settimana Biblica, ecc.).
Dopo anni di corsi consolidati, già strutturati e indubbiamente efficaci, questa nuova via potrebbe suscitare qualche giustificata perplessità e qualche timore.
In realtà, per tutta la Comunità diocesana è invece un indispensabile passo in avanti nella corresponsabilità, non solo all’interno delle singole Comunità, ma anche tra le Comunità e la Diocesi e tra le Comunità stesse: ogni ministero esige una corresponsabilità che prima di essere presente nei singoli, deve esercitarsi tra le stesse comunità e nella Diocesi.
Quest’ultimo esige inoltre di essere accompagnato da una formazione pertinente e continua, radicata prima di tutto nella preghiera, nella fedeltà ai sacramenti, nell’attenzione agli ultimi e sostenuta dallo studio, dall’approfondimento personale, da una crescita insieme umana e culturale.
In una chiesa “da campo”, destinata alle “periferie esistenziali”, si richiedono operatori preparati e pronti a “rendere ragione della fede”. Per dirla diversamente con le parole del nostro Vescovo: si richiedono operatori che siano degli evangelizzatori, trovati “colpevoli di cristianesimo”.
Gli stessi convenuti hanno riconosciuto la necessità, per un servizio che è primariamente destinato all’evangelizzazione degli ambiti di vita quotidiana (famiglia, lavoro, dolore, bisogni, ecc.), nonché all’animazione liturgica delle Comunità che li hanno “scelti”, di una formazione incisiva, che vada a sostenere ed approfondire il discernimento vocazionale sul proprio essere cristiano, prima, e sul proprio ministero poi. La mole di lavoro impressiona, così come l’avvicinarsi alle stanze del dolore e della morte crea incertezze e ansia. Tuttavia, quanto emerso dai “laboratori” di Domenica scorsa, da un’intensa formazione teologica, spirituale, pastorale e umana non si può più prescindere.
Oltre ai candidati, sono stati convocati all’incontro i referenti dei ministri e della liturgia delle Parrocchie e delle Zone pastorali. Dopo la preghiera con e per i candidati ai ministeri, hanno poi condiviso con loro la presentazione del progetto formativo e hanno avuto occasione di meglio comprendere il loro servizio di “rete” tra i ministri, per i quali sono punti di riferimento, e l’Ufficio Liturgico Diocesano.
In vista di un rilancio dei Gruppi liturgici delle Parrocchie/Zone pastorali, essi saranno certamente una figura-chiave e ancora di più potranno favorire la conoscenza e la corresponsabilità tra i Parroci e i ministri, e tra questi e le diverse Comunità vicine.
Con una citazione di Tagore, lasciataci dal Vescovo alla fine del suo intervento, l’augurio che il Signore benedica il cammino dei futuri ministri e l’impegno delle Comunità che li accompagneranno nella loro formazione:
“sognavo e vidi che la vita era gioia / mi svegliai e vidi che la vita era servizio / volli servire e vidi che il servizio era la gioia”.
Ufficio Liturgico Diocesano
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