La Manchester del titolo è quella in Massachussets, USA, nota per gli scorci marini e la tranquillità evocata dal paesaggio, più volte utilizzata come location cinematografica. Qui si consuma l’intimo dramma di Lee (Casey Affleck, per il suo ruolo ha vinto un Golden Globe e una nomination all’Oscar), costretto a trasferirsi per la morte del fratello (Kyle Chandler) che ha lasciato un figlio adolescente (Lucas Hedges, bravo nel tratteggio del suo personaggio). La vita di Lee non è semplice: in alcuni flash-back scopriamo il suo tragico passato, ma il giovane è costretto a fare i conti con l’inatteso affidamento del nipote.
Dal regista di Conta su di me ecco un racconto dolente che si muove con stile essenziale e minimale (come molto cinema indipendente Usa) per delineare la storia di un protagonista che vive alla giornata (ripara guasti in alcuni palazzi, ma l’impiego non gli va a genio, ed ha un carattere non facile) e deve confrontarsi con se stesso e con chi gli ruota attorno, compresa l’ex moglie (Michelle Williams che offre alcuni minuti di commovente sincerità in un dialogo con l’ex consorte da groppo in gola).
Film prettamente “invernale” e non solo per la prolungata presenza di neve, ma per l’umore generale di un uomo chiuso nel suo silenzio, nel suo senso di colpa, nella sua solitudine e nel suo dolore, con scatti di rabbia improvvisi e la difficoltà di accettare le “novità”.
Manchester by the sea è storia di fragilità e di difficoltà nel procedere su strade diverse di vita e anche se delineato su tempi cinematografici piuttosto pacati, offre momenti toccanti nell’elaborare il tortuoso percorso di un personaggio che cerca con difficoltà di “riparare” il suo vissuto. E chissà che lo sveglio nipote non sia una chiave di svolta.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani