Le Final 8 scendono in campo. Ma su un parquet insolito: non il palasport ma una fiera allestita di tutto punto per l’occasione. E con novità a bordo campo come led luminosi e videomapping. Rimini, le Final 8, la pallacanestro italiana e il suo futuro: a poche ore dalla palla a due del primo quarto di finale ne parliamo con il Presidente di Lega, Egidio Bianchi (nella foto, durante la presentazione, al centro con la Coppa Italia in mano).
La Final 8 esordisce a Rimini. Cosa ha portato a questa scelta rivierasca?
“Il progetto (Rimini Fiera aveva già ospitata tre edizioni della Coppia Italia di Lnp) e la location particolare, una Fiera invece di un palasport abituale. Questo è un segno del cambiamento che vogliamo portare come Lega Basket. Un esempio di come l’evento sportivo possa andare a braccetto di eventi collaterali e di intrattenimento e cura degli sponsor che in un contesto del genere dispongono di una vetrina e di una visibilità importante.
Presidente, cosa si aspetta dalla Final 8 di Rimini in termini di risultati sul campo, di numeri sugli spalti e di ritorno per il movimento pallacanestro?
“Dal parquet mi attendo il miglior spot possibile per questo spot. Incontri i più spettacolari possibili, partite che attraggono il pubblico, gesti atletici e tecnici: sono le condizioni indispensabili per garantire più lustro al movimento.
Per quanto riguarda il pubblico alla Coppa Italia, speriamo in una presenza importante già dai quarti di finale, per crescere in semifinale e toccare il sold out in finale. Ovviamente dipende anche da quali squadre giungeranno a contendersi il titolo, ma contiamo di contagiare anche le altre tifoserie, gli appassionati di basket e le società cestistiche del territorio”.
Proprio da Rimini, lei ha parlato di Summer League: un sogno estivo o una concreta possibilità di basket con il solleone?
“E’ un’idea allo studio. Obiettivamente il periodo che trascorre tra la fine della stagione sportiva e l’inizio della seguente è molto lungo, specie per le squadre che non raggiungono i play off. Può essere interessante coprirlo con un evento che non sia una semplice amichevole o la preparazione tout court ma con un vero e proprio torneo, in grado di rivelarsi interessante per le squadre (che avrebbero modo di provare giocatori), fan e media. Rimini, città vocata alla pallacanestro e capitale del turismo balneare, è una delle eventuali, possibili sedi di questo progetto, che deve comunque incastrarsi perfettamente con le attività dei settori giovanili e delle nazionali”.
Sempre più si assistono a partite del campionato con starting five senza alcun italiano.
“La questione di fondo non sono i giocatori italiani o stranieri, ma mettere in campo bravi giocatori in grado di contribuire al livello della serie A. Non è semplice avere tanti italiani incisivi nella massima serie, figuriamoci nel quintetto base.
Per questo è necessario lavorare non soltanto sulle formule ma su temi importanti come i settori giovanili, le premialità per quelle società che fanno giocare atleti italiani. Tutti fattori che in un gioco di squadra possono contribuire allo sviluppo delle franchigie e far esprimere meglio i giocatori, anche italiani”.
La pallacanestro è il secondo sport nazionale in Italia, eppure soffre a livello di visibilità. E sui diritti tv spesso regna un caos che non contribuisce a far fidelizzare il pubblico.
“C’è un gap da colmare, non c’è dubbio. aspetti riguardano sponsor. Non ci facilita il contesto normativo attuale, la legge Melandri, che limita la possibilità di fare contratti lunghi tv. Assegnare 3 anni stagioni sportive, non dà possibilità ad un grande grosso cluster di programmare un investimento adeguato.
Stiamo lavorando insieme alla Federazione e al Governo (il ministro Lotti) per valutazioni incisive che favoriscano un progetto concreto, in grado di abbracciare tutte le piattaforme, per dare la massima visibilità a questo bellissimo sport.
L’arrivo di nuovi sponsor (Postemobile , ad esempio) e il ritorno di altri (Panasonic) ci conforta: il lavoro di questi mesi inizia a dare i suoi primi, importanti frutti”.
Anche gli impianti – a parte qualche rara eccezione – non sono adeguati.
“Occorre crescere. L’impiantistica attuale va migliorata, e resa più adatta al godimento del basket e allo spettacolo che più in generale un evento come la pallacanestro in un palasport può offrire. Il nodo centrale non è solo crescere nei numeri a disposizione (molte società non riuscirebbero a riempire i loro palasport) ma far godere al meglio evento, magari attraverso joint venture tra società sportive, amministrazioni locali e nazionali, privati e sponsor”.
A proposito di società. Negli ultimi anni abbiamo assistito a piazze che sono saltate e altre in grande difficoltà finanziaria. Che fa la Lega?
“Servono società sane. Per questo stiamo lavorando forte anche per cambiare l’approccio: non solo il controllo dell’organo preposto, la Comitec, ma intervenire con regole e controlli conseguenti, che consentano progetti pluriennali e società solide. E dare valore ai titoli sportivi, maggiormente attrattivi anche per investitori esterni”.
Campionato, play off, Final 8, Supercoppa: le formule restano le stesse o sono all’orizzonte dei cambiamenti?
“Per quanto riguarda promozioni e retrocessioni, si è già espressa la Federazione con l’allargamento sportivo dalla stagione 19/20 (tra tre stagioni il massimo campionato avrà due retrocessioni, con due promozioni dalla Serie A2. Servirà l’intesa tra le due leghe per l’ampliamento, ndr). Vorremmo che non fosse un semplice allargamento ma arrivare all’appuntamento con un progetto che comprenda palazzi più attrattivi, idee nuove, settori giovanili in crescita.
La formula delle Final 8 (il primo trofeo della stagione) in questi anni ha riscosso successo. Vedremo se c’è da fare qualche aggiustamento. E studieremo come rilanciare l’interesse per la Supercoppa”.
Paolo Guiducci