Uno dei personaggi più noti di Aldo, Giovanni & Giacomo ai tempi di «Mai dire gol» era Rolando, l’uomo della strada che incontrava un personaggio famoso e, senza fiato per l’emozione, ansimava “Non ci posso credere!” salvo poi sbagliare sistematicamente l’identità del vip in questione. Oggi, al limite, Rolando sbaglierebbe il tag, l’approccio dell’uomo qualunque col vip è infatti cambiato. “Chissà cosa direi al mio idolo se mi trovassi faccia a faccia?” Ci chiedevamo da bambini. Oggi l’idolo se lo si incontra lo si guarda in faccia per un secondo, lo si affianca, ci si gira di 180° e si fissa lo schermo del telefonino per verificare che il selfie venga bene. Lo si vede anche nella nostra Riviera dove in estate è facile incontrare personaggi famosi: niente più autografi scarabocchiati, ma dieci secondi per mettere a fuoco lo smartphone e sottoporsi al clic. Il vip si adegua: alla «Notte Rosa» Carmen Consoli, ad esempio, si è prestata senza problemi da chi sa cosa vuole il pubblico. Sarebbe un peccato però se sparissero dai nostri ristoranti quei caratteristici tabelloni pieni di foto di personaggi venuti a farsi una cena di pesce, il più delle volte immortalati a fianco dell’orgoglioso e giulivo titolare con dedica scritta a pennarello.
Esibizionismo di provincia ma anche pubblicità «fai da te»: il vip non va mica a mangiare in un ristorante qualsiasi. Quando una Polaroid valeva più di un selfie. E di Tripadvisor.
Il Caffè Scorretto di Maurizio Ceccarini