Qualche settimana fa ho avuto occasione di visitare il Macfrut a Rimini, manifestazione che dimostra come le eccellenze agroalimentari in Italia e nel nostro territorio siano tante e di qualità. Mi duole però constatare come il comparto continui a ignorare la criticità più importante del mercato di frutta e verdura nel nostro paese: i sacchetti di plastica per mettercela dentro, dispensati nei negozi e supermercati. Come noto queste borsine sono compattate in rotoli a strappo e, una volta che se ne è presa in mano una, comincia una lotta impari con i bordi per cercare di aprirla. Problema che si accentua quando uno si mangia le unghie oppure in inverno, quando si entra nel negozio con le dita intirizzite dal freddo. Dirigenti ortofrutticoli italiani, fidatevi: studiate sacchetti più praticabili e l’andamento delle vendite ne risentirà in positivo. Perché è vero che a volte un addetto compassionevole si ferma e la apre con un semplice e disinvolto (ma anche irritante) gesto di un dito. E a volte ci si dice che in fondo un barattolo di frutta sciroppata può andare benissimo. Ma a volte si rinuncia, soprattutto quando gli altri cominciano a guardarti con perplessità: “ops, mi ero dimenticato che un paio di mele a casa ci sono ancora, un altro giorno e marciscono”. E si lascia il reparto con una cosa sola nel sacchetto: le pive.
Il Caffè Scorretto di Maurizio Ceccarini