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C’è poco da giocare con questo azzardo

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Maurizio ha 58 anni. Grande appassionato di calcio, è finito in fuorigioco per colpa di un azzardo diventando un giocatore compulsivo. Un autogol capace di mettere in ginocchio persino la famiglia. La malattia delle macchinette aveva già colpito, ma Otello – grazie ad alcuni “antibiotici” – era riuscito a debellarla. Una vincita di 10.000 euro al Gratta e Vinci ha fatto precipitare le cose. “È stata scatenante, mi ha instillato veramente il meccanismo dell’emozione del gioco” ammette l’uomo. Un’«emozione» che lo ha portato dritto dritto alla dipendenza: l’importante non era più vincere, ma avere soldi per giocare. “Potevo trascorrere fino a sette ore di fila alle videoslot”. Dopo aver toccato il fondo, Maurizio ha imboccato la risalita. È riuscito a smettere rivolgendosi ad altre persone che hanno vissuto la sua stessa esperienza e si sono liberati da quelle “catene”.
Da un lustro Maurizio non gioca più, ma vive ogni giorno nella consapevolezza che si può ricadere nella malattia. Per questo è diventato un’anima del gruppo riminese Giocatori Anonimi. Il primo consiglio per chi si rende conto di non essere più in grado di controllare la dipendenza è di “chiedere aiuto, farsi tenere i soldi controllati da qualcuno, non frequentare posti dove si gioca o frequentare gente che gioca”.
L’azzardo oggi è una piaga diffusa, tanto che attualmente sono un centinaio le sedi locali dei Giocatori Anonimi in Italia. “Siamo tutti giocatori, non facciamo paternali ma diamo solo suggerimenti”, assicura Maurizio, allargando le braccia.
Nella sede riminese, a Rivazzurra, le persone fisse che partecipano agli incontri sono 35, ma tante altre sono transitate per periodi più o meno lunghi.
Il riminese Maurizio è uno dei testimonial della campagna “A che gioco giochiamo” per il contrasto al gioco d’azzardo nel comune di Rimini, primo atto ufficiale di Slotmob nel capoluogo del turismo balneare alla quale hanno già aderito decine di associazioni del territorio. Il primo obiettivo di Slotmob è – parola di Paolo Maroncelli, il portavoce – “ottenere dal comune azioni concrete per il contrasto del gioco d’azzardo, fenomeno che a Rimini presenta dimensioni sempre più preoccupanti”. Rimini è quarta in regione per media pro capite: 1.769 euro  sperperati nel gioco a testa nel 2015, con una spesa complessiva di 600 milioni.
A partire dal 28 gennaio, e per quattro sabati, Slotmob raccoglierà firme in piazza Cavour dalle ore 10 alle 17.
Tra le richieste che Slotmob avanza all’Amministrazione, figurano i limiti più stringenti per gli orari e per la collocazione degli esercizi con videoslot che non vanno autorizzate vicino a aree sensibili. E limiti alla pubblicità sul territorio riminese di attività che praticano il gioco a San Marino. Sono oltre 400 gli esercizi con videoslot in provincia di Rimini, la maggior parte dei quali sulla fascia costiera. Proprio l’affluenza turistica estiva, è uno schermo dietro il quale si nasconde chi cerca di minimizzare la portata dell’azzardo a Rimini e provincia. “Per capire quale davvero sia l’incidenza turistica bisognerebbe però conoscere i flussi semestrali degli incassi da gioco”, sottolinea Sara Paci dell’Osservatorio Provinciale sulla Criminalità Organizzata che sul tema ha svolto ricerche.
Maurizio lancia un consiglio. Gratis. “La ludopatia ti porta a fare cose impensabili e terribili. Ora io ho smesso e sono contento: le vere vincite sono altre”.

Paolo Guiducci