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Piccoli teatri, grandi opportunità

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Piccolo, di provincia, magari con una lunga storia alle spalle e un presente tutto da costruire. E il futuro, quale futuro porteranno in scena i piccoli teatri? La consapevolezza della necessità di intrecciare relazioni, creare reti, inventarsi nuove formule per far continuare a vivere un settore che, nonostante le difficoltà, dimostra grande dinamismo, pluralismo, originalità, è il denominatore comune di diversi modelli e diversi punti di vista. Quelli che si sono confrontati al Teatro Petrella di Longiano nella giornata di studio “Quale futuro per i piccoli teatri?” organizzata in occasione dei vent’anni del teatro. Quasi un centinaio tra operatori culturali, amministratori pubblici, protagonisti del settore teatrale emiliano-romagnolo si sono ritrovati per un confronto franco e propositivo, di fronte all’esperienza di Longiano che, dalla sua riapertura nel 1986, è riuscito a conquistarsi una “opportunità importante”.
“Il futuro dei piccoli teatri sta nel mettersi in relazione” è la convinzione dell’assessore regionale alla Cultura Massimo Mezzetti. Il quale, oltre alle belle parole, spende anche una bella proposta: “Nel bando 2017 della legge 37 contributi per i Comuni sotto i 15.000 abitanti che investiranno in progetti culturali e ricreativi all’interno dei loro teatri, per farne dei veri centri di aggregazione sociale”.
Il teatro punto di riferimento della comunità, dunque. “Istituzione” che deve però fare i conti con i bilanci. E far quadrare i conti, anche con creatività. C’è il Moderno di Savignano che fa vestire i suoi presentatori grazie alla sponsorizzazione di Guliè di Savignano, negozio di abbigliamento, e c’è l’Astra di Bellaria che tra una piéce e l’altra affitta la sala per una sfilata di moda. Virtuosa da anni è la gestione del Cinema Teatro Tiberio di San Giuliano di Rimini (nella foto): prima sala in provincia ad avere il 4k per la proiezione cinematografica, ha fatto dei confini a 360 gradi (opera e balletto in diretta, arte e concerti rock, dialetto e rassegne) il vincente marchio di fabbrica.
Se Giulio Stumpo, amministratore delegato di SmartIt (progetto europeo con base a Bruxelles) propone uno sguardo rivolto alla realtà globale, internazionale, il direttore di Ater Roberto Giovanardi ricorda i numeri della geografia e gestione teatrale emiliano-romagnola: 193 luoghi per lo spettacolo dal vivo contro i 185 di dieci anni fa, e 9 inattivi per terremoto. Piccoli e medi teatri come “palestre dove acquisire competenze” nella visione di Pietro Valenti, direttore Ert, che ha convenuto sulla necessità di “stringere una alleanza forte” a livello settoriale. L’assessore alla Cultura del Comune di Longiano, Cristina Minotti, ha sottolineato gli sforzi compiuti dall’amministrazione comunale nel portare avanti un progetto che intende fare del Teatro Petrella “un polo di scambio artistico, un progetto culturale ancor prima di una stagione teatrale mordi e fuggi” e ha espresso il desiderio di impostare il prossimo bando per l’affidamento della gestione con la formula del 4+4 anni. La specificità e originalità dell’offerta teatrale regionale è stata sottolineata anche da Ruggero Sintoni, direttore di Accademia Perduta, realtà nata come centro di produzione di teatro per ragazzi la cui ricetta è quella di “unire tradizione e innovazione” della proposta.
Roberto Alessi di Cronopios, la società che gestisce la stagione del Teatro Petrella: “Far riunire e dialogare la comunità teatrale è già un bel risultato. La risposta alla domanda che ci siamo posti – Quale futuro per i piccoli teatri? – c’è e sta nel confronto e nella condivisione dei percorsi”.

Paolo Guiducci