Siamo al sicuro? Una domanda che risuona nella testa di tutti noi, da almeno tre mesi a questa parte. Da quando, cioè, la terra ha ripreso a tremare, a distruggere, a uccidere. Sono negli occhi e nella memoria di tutti le immagini delle macerie e del dolore, di interi paesi del centro Italia, fatti di bellezza, che non esistono più. Immagini che non sono nuove nella nostra storia, e che tornano per ricordarci che viviamo in un Paese ad alto rischio sismico. Un rischio molto elevato non solo nelle zone appena colpite ma in tutto lo Stivale, Riviera Romagnola compresa. Siamo al sicuro? Una domanda che ne pone un’altra, ancora più importante: lo sono anche i nostri figli, nelle scuole?
La situazione di Rimini
Il fulcro dell’indagine è una data: il 1983. Rimini viene classificata ufficialmente come zona sismica nel lontano 1927 ma, nel 1938, il Podestà del Comune chiede di rimuovere la città dall’elenco di quelle obbligate all’osservanza di specifiche regole tecniche di edilizia, per “favorire lo sviluppo”. La richiesta viene soddisfatta attraverso un decreto ministeriale, e la classificazione di Rimini come città a rischio sismico sarà ripristinata solo molti anni dopo, proprio nel 1983. Ciò significa che per 45 anni, periodo del boom economico ed edilizio, tutti gli edifici costruiti a Rimini, comprese le scuole, sono stati realizzati senza alcuna certezza di una sicurezza antisismica. È il caso degli attuali licei Valturio e Einstein, o dell’Istituto Alberti, i cui edifici risalgono agli anni tra il 1964 ed il 1970, in pieno periodo “sensibile”.
E infatti, dagli uffici della ex Provincia (che ha ancora l’incarico di gestire le scuole del territorio) arriva la conferma che le tre scuole riminesi non sono state realizzate in modo da poter resistere ad un terremoto intenso. Motivo che ha spinto gli uffici di via Dario Campana a chiedere un massiccio finanziamento alla Regione, progetto che difficilmente vedrà la luce prima del prossimo anno.
Non ci sono solo ombre, però. Dal 2008 il Comune felliniano è impegnato in un progetto di costante miglioramento dei propri edifici dal punto di vista della sicurezza sismica, che ha portato, in tempi recenti, ad interventi importanti nelle scuole Decio Raggi, Toti, Fellini e Rodari. Occorre poi parlare dei nuovi istituti, costruiti rispettando le nuove leggi antisismiche: la scuola d’infanzia XX Settembre, le elementari Villaggio Primo Maggio e Gaiofana, le scuole medie Alba Adriatica e Panzini Borgese. Il tutto corredato da un continuo e attento monitoraggio.
Il resto del territorio?
Fuori da Rimini, la situazione sembra, almeno sulla carta, portare garanzie di sicurezza. Il liceo Volta di Riccione, ad esempio, è stato costruito successivamente al 1983, in osservanza dei criteri antisismici. Lo stesso discorso vale per il polo di Viserba, che comprende gli istituti Serpieri, Einaudi e Valgimigli, attualmente in costruzione, nonché le scuole comunali, elementari e materne, situate nella stessa struttura.
Verucchio e Sant’Agata, la giusta direzione
Si, è vero. Ci sono stati 45 anni di “buco” per quanto riguarda la sicurezza antisismica degli edifici che abitiamo. Ma è altrettanto vero che, presa coscienza di questo fatto, ci si è mobilitati per metterci una pezza. In che modo? Con una legge, la 128 del 2013, con la quale il Consiglio dei Ministri prende “misure atte a favorire interventi straordinari di ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento sismico, efficientamento energetico di immobili per l’edilizia scolastica”<+testo_band>, che ha portato a numerosi interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici in tutto il Paese, compreso il nostro territorio. Una vera e propria ondata antisismica, fatta di operazioni come il “Progetto definitivo ed esecutivo per gli interventi di miglioramento sismico delle Scuole Medie Pazzini”. Approvato lo scorso 26 ottobre dalla Giunta comunale di Verucchio, vedrà partire i lavori nei primi mesi del 2017, per una spesa complessiva di circa 448mila euro, interamente finanziata dalla Regione attraverso un apposito mutuo triennale con la BEI (Banca Europea per gli Investimenti). “Si tratta di un importante risultato – le parole di Alex Urbinati, vicesindaco con delega ai Lavori Pubblici e Protezione Civile – che si aggiunge alle opere di miglioramento sismico delle Scuole Elementari Rodari. In un momento emotivamente complesso per quanto sta avvenendo nel centro Italia è importante rimarcare come la nostra Regione sia all’avanguardia nella prevenzione e nel contenimento del rischio sismico, con un occhio di particolare riguardo per gli edifici scolastici”.
Altra scuola degna di nota è la Padre Agostino da Montefeltro, di Sant’Agata Feltria, che grazie ad un cantiere realizzato in tempi da record – i lavori sono cominciati solo quattro mesi fa, a luglio – e ad un intervento da 419mila euro è ora molto più sicura in caso di sisma. Soddisfatto ed orgoglioso il sindaco Mino Cerbara: “Questo importante risultato è stato conseguito cercando di ridurre al minimo i disagi per insegnanti, alunni e studenti, grazie al lavoro di squadra tra Comune, scuola, tecnici e la ditta Antonini di Sarsina”. La scuola, inoltre, vedrà un’altra operazione nel 2017 grazie ad un nuovo finanziamento statale, da 400mila euro, che permetterà un ulteriore adeguamento della struttura alle normative di sicurezza antisismica.
Sciame… antisismico
Sant’Agata Feltria e Verucchio sono due comuni virtuosi per quanto riguarda la sicurezza antisismica nelle scuole, ma rappresentano solo una parte di una più ampia serie di interventi. Solo nel 2016 sono stati numerosi gli istituti scolastici coinvolti nell’ondata, come numerosi sono i soldi investiti nella loro messa in sicurezza, tutti erogati attraverso mutui con la Banca Europea per gli Investimenti, uniti ad aiuti statali: 716mila euro per l’Istituto Comprensivo Marvelli di San Leo; 300mila euro a Santarcangelo, a favore della scuola primaria Pascucci; addirittura sei zeri, un milione di euro, per la scuola primaria Moretti di Poggio Torriana e 250mila euro per lavori di manutenzione straordinaria nell’Istituto Comprensivo Battelli, a Novafeltria.
Sappiamo tutti, ci è stato detto tante volte dagli esperti, che i terremoti non si possono prevedere, e ne prendiamo atto. Al contrario, però, possiamo prevedere che una casa, una scuola o un ufficio, costruito senza rispettare le norme di sicurezza, crolli in caso di terremoto. La direzione è dunque quella giusta, ma non ci si deve fermare. Per non tremare più.
Simone Santini